La Fiat ha “commesso un errore di impostazione”, il governo “certamente non ha favorito una soluzione unitaria”, ma la Fiom “avrebbe dovuto confrontarsi con la Cgil prima e non alla fine” della vertenza su Pomigliano. Lo afferma il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo il quale, tuttavia, “ci sono due anni prima che l’investimento per spostare la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano vada a regime e quindi c’è tutto il tempo per ricomporre questa frattura”.
“I lavoratori – spiega Epifani al Corriere della Sera motivando la sua previsione di una vittoria dei sì al referendum – sono in cassa integrazione da un anno e mezzo e dovranno attendere due anni prima di andare a regime con la Panda. È normale che vogliano tornare a lavorare e ad avere uno stipendio pieno”. “Io dico – aggiunge – che al referendum si partecipa perché è una forma di democrazia”.
“Se i sì vinceranno”, osserva il leader della Cgil, la Fiat potrà o andare avanti senza la Fiom, oppure “se come dice vuole il consenso di tutti, dovrà dare la sua disponibilità a rivedere i due punti fondamentali dello sciopero e della malattia”.
“Se si tratta di deroghe ai diritti fondamentali, non siamo disponibili”, afferma inoltre Epifani sulle deroghe al contratto nazionale di lavoro. “La nostra proposta è diversa – spiega – facciamo norme contrattuali più leggere che si adattino meglio alle diverse realtà”.