Massima confusione: cosi’ si puo’ sintetizzare il day after di Pomigliano. Il referendum non ha dato l’esito sperato dalla Fiat, inducendo, si dice, Sergio Marchionne a un ripensamento complessivo sul progetto. Con il 63 scarso per cento la gestione dello stabilimento campano non e’ assicurata; dunque, Polonia. Tuttavia, proprio dalla Polonia, arriva una mezza smentita: i sindacati locali della potente Solidarnosc affermano che in realta’ la decisione di spostare la Panda in Italia e’ gia’ stata presa da molto tempo. Quindi, basta con i giochetti. Se Marchionne voleva uno spauracchio per costringere i 5.200 dipendenti di Pomigliano ad accettare le sue condizioni (per certi versi, almeno apparentemente, piu’ punitive che realmente utili alla produttivita’) ora si trova leggermente spiazzato. La minaccia di abbandonare l’Italia, infatti, ha causato la levata di scudi immediata dei sindacati che pure avevano firmato l’accordo, come Cisl e Uil, nonche’ dello stesso governo. La Fiat, insistendo sulla linea dura, rischia cosi’ di perdere i suoi alleati, che oggi reclamano la conferma dei 700 milioni di investimenti promessi. Dunque, al momento il vento sembra girare, paradossalmente, piu’ che a favore della Fiat, a favore della Fiom: che infatti, per bocca del segretario generale Maurizio Landini, oggi ha chiesto di riaprire il negoziato. Una posizione resa possibile dall’esito non plebiscitario del referendum. Se i si fossero stati un diluvio, i metalmeccanici della Cgil non avrebbero potuto che dichiararsi sconfitti. Con un terzo dei lavoratori dalla loro parte, invece, hanno buon gioco a chiedere di tenere conto delle loro posizioni. Cosa accadra’ nei prossimi giorni e’ difficile prevederlo. Dopo le dichiarazioni, sara’ l’ora delle diplomazie. Che dovranno trovare il modo di salvare la faccia alla Fiat, e il posto di lavoro ai cinquemila di Pomigliano. Compito difficile, non c’e’ dubbio. Ma il tempo non manca: il nuovo assetto dello stabilimento dovrebbe entrare a regime tra un paio d’anni, quindi, volendo, ci sono le condizioni per lavorare ad una soluzione.
Nunzia Penelope