Il sì si ferma al 63%. Non c’è stato il risultato schiacciante che la Fiat sperava per il referendum sul futuro dello stabilimento di Pomigliano. Al termine dello scrutinio dei 4.642 voti i sì hanno ottenuto 2.888, i no sono stati 1.673, 59 le schede nulle e 22 le bianche. Il fronte del no all’accordo con la Fiat ha ottenuto il 36% dei voti. Bisognerà ora vedere se la Fiat nonostante il risultato non schiacciante manterrà l’investimento. Questa mattina secondo le indiscrezioni di alcuni giornali l’ad di Fiat Sergio Marchionne non avrebbe preso bene i risultati e avrebbe pensato di rimettere in discussione l’accordo. Questa notizia è stata però smentita dalla Fiat nel corso della mattinata. L’azienda ha ,infatti, fatto sapere che andrà avanti “con chi ci sta”. Getta acqua sul fuoco il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che dice di essere convinto che la Fiat rispetterà i patti. Confindustria da parte sua ha fatto sapere di “supportare e apprezzare la posizione della Fiat”.
Si dividono invece i sindacati, con Cisl, Uil e Ugl che chiedono di andare avanti e la Fiom che chiede che tutto venga ora rimesso in discussione.
In particolare per Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, “i lavoratori di Pomigliano hanno compreso e condiviso le ragioni del nostro accordo”.
Per la Cgil confederale non si tratta di un accordo che “farà scuola”, mentre la Fiom ricorda che “oltre il 40 per cento degli operai addetti alla catena di montaggio hanno votato ‘no al referendum”.
“La Fiat ora non scherzi e proceda con gli investimenti su Pomigliano”. Questo il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
Anche il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, chiede alla azienda di non tornare sui suoi passi sostenendo che “con la vittoria del 62 per cento dei sì, l’azienda può dare seguito al piano per la produzione della Nuova Panda a Pomigliano”.
Infine per il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo “il risultato del referendum tra i lavoratori e le lavoratrici di Pomigliano non sarà purtroppo sufficiente a far mantenere l’impegno di investire in quello stabilimento 700 milioni di euro per produrre la futura Panda e sarà ineluttabile la decisione della Fiat di portare in Polonia la produzione della Panda e della Ypsilon, con conseguenze sociali impensabili per il territorio di Pomigliano, della Campania, ma anche dell’intero sistema Paese”. Il sindacalista ha quindi annunciato che “nelle prossime ore chiederà a Fiat di non procedere in questa direzione, mettendo in campo tutti gli strumenti possibili compresa l’ipotesi C”. (LF)
Epifani, rischioso escludere la Fiom
Il leader della Cgil critica il governo per non aver avuto alcuna idea di politica industriale e per aver puntato alle divisioni anzichè all'unità.