Telecom Italia “si é assunta la responsabilità di drammatizzare una crisi che non é tale da ricorrere ai licenziamenti collettivi, come qualsiasi piccola e media impresa ed al contrario delle grandi aziende di servizi a rete che, nonostante le contrazioni di mercato dovute alla crisi, si guardano bene dall’aggravare le pesanti condizioni sociali del Paese. In questo senso Telecom propone al Paese l’immagine di un’azienda allo sbando, senza una guida”. Lo ha detto Emilio Miceli, segretario della Slc Cgil, commentando la decisione dell’azienda di avviare 3.700 licenziamenti entro metà del 2011 rispetto al totale previsto di 6.800 tagli. “Questa – prosegue Miceli in una nota – é la responsabilità che l’attuale management si é assunta di fronte al paese con la scelta di usare l’arma del licenziamento. E lo fa dopo aver regalato i due terzi degli utili agli azionisti, e dopo essersi elargito emolumenti altissimi e bonus assolutamente contraddittori con le procedure di licenziamento e soprattutto con etica e buon senso. E’ evidente che la risposta dei lavoratori sarà commisurata alla gravità della situazione ed é oltretutto evidente che la trattativa va fatta alla presenza del Governo. Tra l’altro, come avviene da sempre, la borsa con il suo segno negativo, ha puntualmente segnalato che i temi di fondo di Telecom non riguardano il personale ma la prospettiva industriale”. Intanto, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha annunciato che mercoledi prossimo convochera’ azienda e sidnacati per tentare di riallacciare il dialogo.
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