I lavoratori del settore privato e gli industriali greci hanno firmato oggi un accordo collettivo triennale che garantisce una sostanziale stabilità dei salari ed augura una parziale pace sociale al governo di Giorgio Papandreou nel mezzo della crisi.
L’accordo, che pare destinato a rompere almeno in parte il fronte sindacale contro il piano di austerity, è stato firmato nella giornata in cui il sindacato dei dipendenti pubblici Adedy ha scioperato di nuovo contro l’austerità e la riforma delle pensioni. Lo sciopero è coinciso con l’approvazione definitiva oggi, con i voti della sola maggioranza socialista, del ddl che riduce le pensioni nel settore pubblico, come già in quello privato, alzando l’età di fine rapporto per tutti a 65 anni e 40 di contributi.
La Gsee, che non ha aderito alla protesta odierna, ha invece raggiunto un accordo triennale con la Sev (la Confindustria greca) per contenere i salari. Questi rimarranno congelati per il 2010 ma subiranno nel 2011 e 2012 aumenti in linea con l’inflazione nella Zona Euro che per il primo anno sono calcolabili all’1,5% e nel secondo all’1,2%. Malgrado si tratti di una vittoria di Pirro considerato che l’inflazione in Grecia è attualmente intorno al 5%, Gsee ha inneggiato all’accordo sottolineando che i lavoratori del settore privato, contrariamente a quelli pubblici, salveranno 13ma e 14ma mensilità dimostrando al tempo stesso che anche in tempo di crisi è possibile concordare aumenti salariali contenuti mentre si garantiscono i posti di lavoro. Il governo aveva inizialmente ipotizzato, nel quadro del piano di austerità, un congelamento triennale dei salari nel settore privato. (LF)
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