Qualche chiarimento, ma anche molte incertezze e tanti interrogativi. È questo il bilancio dell’incontro che ha avuto luogo a Torino presso la Regione Piemonte sulla vertenza Fiat. L’ad dell’azienda ha ribadito che gli investimenti annunciati verranno effettuati e ha precisato che solo in un secondo momento si deciderà stabilimento per stabilimento l’applicazione delle nuove regole sull’organizzazione del lavoro. Per questo nei prossimi giorni avranno luogo alcuni incontri con i sindacati di categoria per valutare la situazione dei singoli stabilimenti e gli strumenti contrattuali per assicurare i volumi di produzione stimati.
L’ad della Fiat ha affermato di considerare praticabili tutte le ipotesi circolate in questi giorni, comprese quelle dell’uscita dell’azienda dall’organizzazione di Confindustria scelta che aprirebbe la porta alla non applicazione del contratto nazionale alla sua scadenza o alla sua sostituzione con un contratto dell’auto. Ancora l’ad ha affermato che l’attuazione di tutti i programmi di investimento in Italia da parte della Fiat è legata strettamente alla possibilità di assicurare la piena gestibilità dei siti produttivi e di conseguenza problemi nella gestione porterebbero a una riconsiderazione dei piani già decisi. Infine, Marchionne ha fatto sapere riguardo alla scelta di portare la produzione del modello L0 in Serbia, l’ad ha spiegato”assegnarlo a Mirafiori, come era stato anticipato a dicembre nell’incontro di Palazzo Chigi, era una delle tante possibilità sul tavolo e la scelta che abbiamo fatto di portarlo in Serbia è nata considerando i tempi stretti che avevamo a disposizione per iniziare i lavori e adeguare le linee di produzione”.
Il governo, rappresentato all’incontro dal ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, ha fatto sapere che si impegnerà a coordinare le trattative che proseguiranno ora a livello di singoli stabilimenti.
Differenti le posizioni dei sindacati. Se la Cgil non scioglie le sue riserve, Uil e Cisl si dicono pronte a collaborare con l’azienda automobilistica a patto che quest’ultima mantenga i patti presi fino a ora.
“Nessuno vuole una conflittualità permanente e il sindacato non ha mai avuto problemi a saturare gli impianti in Italia”. Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che a proposito dello spostamento in Serbia della produzione del nuovo monovolume LO a scapito dello stabilimento di Mirafiori, parla di una scelta dettata solo da “convenienza economica”, perché per il leader Cgil, “non c’è problema di gestione dell’azienda”.
Apre a Marchionne anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha detto “noi diciamo a Marchionne che per la Cisl la risposta è sì. Senza se e senza ma, questo vale anche per l’accordo su Pomigliano”. “Ma – aggiunge il leader della Cisl -vogliamo che Marchionne faccia chiarezza sul fatto che le modalità dell’investimento rimarranno nel perimetro delle regole del nuovo sistema contrattuale che abbiamo costruito”.
Un accento diverso lo pone il segretario generale della Uil, Luigi Ageletti, per il quale”l’obiettivo di aumentare la produzione dell’auto in Italia è così importante che non andiamo a cercare alibi o scuse per non raggiungerlo”. “Noi non abbiamo – prosegue – problemi ad accettare e a praticare le sfide necessarie, ma abbiamo bisogno di vedere riconfermato l’impegno ad incrementare gli stabilimenti italiani”:
Infine per il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, “non è giusto che Marchionne pretenda da noi oggi un sì o un no, ci dica prima con chiarezza entro quale sistema di regole la Fiat intende far funzionare tutti i suoi progetti che comunque non possono essere cambiati in corso d’opera”.
Questo pomeriggio, Sergio Marchionne vedrà il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per discutere dell’eventuale fuori uscita della Fiat dall’associazione, mentre domani si avrà un nuovo colloquio tra l’azienda e i sindacati. (LF)
28 Luglio 2010
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