Non superano il numero di 700.000 gli iscritti al sistema casse edili su un totale di oltre 1.700.000 addetti al settore costruzioni. Una grossa fetta di lavoratori non tutelata dal contratto nazionale e quindi esclusa dai diritti sociali. La Feneal Uil ha deciso di dedicare un convegno nazionale, in corso oggi a Milano, a questo fenomeno, dal titolo “Un contratto di lavoro in edilizia, una sfida per la bilateralità”. E’ necessario, secondo il sindacato degli edili della Uil, intervenire a breve con misure correttive che limitino questo fenomeno destinato, altrimenti, ad estendersi e ad aumentare creando forti tensioni sociali.
Il convegno, occasione di approfondimento e riflessione sul tema della contrattazione in edilizia e della bilateralità, ha visto la presenza e l’intervento di numerose personalità del mondo sindacale, imprenditoriale e politico.
I lavori, in corso, sono cominciati in mattinata, introdotti dal segretario generale Antonio Correale, che ha chiesto a governo e Parlamento di rimettere al centro dei loro confronti l’uscita dalla crisi. E’ necessario, ha proseguito, varare un piano decennale di salvaguardia e manutenzione del territorio.
Successivamente Massimo Trinci, segretario nazionale responsabile Politiche contrattuali, ha tenuto la sua relazione sui temi del convegno: contrattazione e bilateralità.
Per la Feneal la bilateralità può aiutare a limitare il peso della crisi e a sostenere la ripresa del settore.
Non si può dimenticare che proprio l’edilizia, prima di altri settori, ha investito nel valore della bilateralità, interpretando le relazioni tra l’impresa e il sindacato soprattutto come una risorsa, considerando gli enti bilaterali come l’ossatura delle relazioni sindacali e parte importante della strumentazione del settore.
Il sistema bilaterale, ha ricordato Trinci, ha dimensioni considerevoli, solo fra scuole edili e casse edili siamo di fronte a 218 enti territoriali. “Siamo indubbiamente di fronte a molte eccellenze, ha aggiunto, ma anche ad un utilizzo non ottimale delle risorse umane che porta ad inefficienze”. Si rischia di fare la formazione in funzione dei finanziamenti pubblici e non invece delle esigenze delle imprese. Occorre ripensare, pertanto, secondo la Feneal, complessivamente al sistema ricercando le sinergie fra gli enti, partendo dalla creazione di banche dati ed eliminando inutili sovrapposizioni.
“Siamo impegnati in una lunga partita – ha concluso Trinci – soprattutto sul territorio che ha una valenza politica e sociale straordinaria: quella di mantenere in piedi un sindacato vitale, realmente collegato ai lavoratori, capace di adeguarsi alle novità economiche del mondo del lavoro senza perdere identità e forza contrattuale”.
Nel pomeriggio ha concluso i lavori il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che è intervenuto al convegno attraverso un video messaggio. Il ministro ha parlato delle funzioni di sussidiarietà che gli enti bilaterali svolgono e della possibilità di ampliarsi in virtù dei grandi cambiamenti della società. Ha esaltato il valore della bilateralità in edilizia, ipotizzando la possibilità di estendere tale modello anche in altri settori, in particolare ha valutato molto positivamente i risultati raggiunti attraverso il Documento Unico di Regolarità Contributiva auspicandone l’evoluzione nella congruità. Sacconi ha anche apprezzato la proposta della Feneal relativa alla borsa lavoro e ha espresso la volontà di lavorare insieme su aspetti come “la patente a punti” che consentono lo sviluppo compiuto della bilateralità come “interlocutore delle attività che vigilano sui rapporti di lavoro.”
(FRN)