L’economia italiana crescerà dell’1% nella media del 2010. Mentre continuano a ristagnare i consumi delle famiglie italiane e la disoccupazione “reale” va oltre l’11%. Sono queste le stime contenute nel Bollettino Economico della Banca d’Italia che confermano una quadro di luci e ombre e che irrita il governo. Se la produzione industriale è segnalata ancora in ripresa, infatti, i consumi restano deboli, a causa della dinamica dei redditi e dei segnali incerti che arrivano dal mercato del lavoro. Il tutto a fronte di una crescita dell’economia mondiale che registra ritmi più contenuti rispetto a quelli fatti registrare nel primo semestre dell’anno. Nel complesso del 2010, l’aumento sarebbe pari al 4,8 per cento, per poi scendere verso il 4 nel prossimo anno. “L’incertezza sull’evoluzione futura resta tuttavia elevata – annota Via Nazionale – riflettendo nelle economie avanzate gli alti livelli di disoccupazione e l’ancora debole situazione patrimoniale delle famiglie”.
Le prospettive sul mercato del lavoro rimangono incerte e a farne le spese sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni, “il cui tasso di disoccupazione continua a essere più di tre volte maggiore della media” osserva la Banca d’Italia, sottolineando come il tasso di disoccupazione reale, che comprende lavoratori scoraggiati e ore di cig, viaggi oltre l’11%. Per Bankitalia, “i segnali, pur deboli, di ripresa sono confermati dall’intensificata attività di ricerca di personale da parte delle imprese: nel secondo trimestre il numero di posti vacanti è salito allo 0,7% in rapporto agli occupati (0,2 punti percentuali in più rispetto a un anno prima)”.
La crescita dell’occupazione, si legge nel Bollettino “ha riguardato esclusivamente le regioni del Centro (0,6%, al netto dei fattori stagionali tra il primo e il secondo trimestre dell’anno in corso), a fronte della sostanziale stabilità in quelle del Nord e dell’ulteriore riduzione registrata nel Mezzogiorno (-0,1%). A livello settoriale, la ripresa dell’occupazione ha interessato il terziario (0,1%), le costruzioni (0,5%) e, in misura più intensa, l’agricoltura (1,9%), mentre è proseguito il calo nell’industria in senso stretto (-0,4%).
Dopo il calo registrato nel secondo trimestre, riprendono a salire le ore di cig autorizzate dall’Inps: 9,8% sul trimestre precedente, al netto dei fattori stagionali. Sempre nel terzo trimestre l’incidenza degli occupati equivalenti in cig sulle unità di lavoro dipendenti a tempo pieno nell’industria in senso stretto, prosegue l’analisi di palazzo Koch, “è diminutia di 1,3 punti percentuali annullando l’aumento registrato nel secondo trimestre”.
I comportamenti di spesa delle famiglie restano cauti e i “segnali per i mesi estivi non ne delineano un recupero”. Secondo la Banca d’Italia “nel secondo trimestre del 2010 è proseguito il ristagno dei consumi delle famiglie, frenati dalla contrazione degli acquisti di beni durevoli (-6,8% sul periodo precedente)”.
La Decisione di Finanza Pubblica, che contiene le ultime stime del governo sia sulla crescita che sugli andamenti dei conti pubblici, potrebbe avere sovrastimato, secondo Bankitalia, sia le entrate che le spese per il 2010.
Infine il Bollettino riporta la riduzione della redditività delle banche e l’ampliarsi dei divari di crescita tra i maggiori paesi dell’area dell’euro, in particolare rispetto alla Germania.
Sprezzante la reazione del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: “Non commento dati esoterici, commento solo dati che vengono da fonti come Eurostat”. Poi è la volta del dicastero dell’Economia che non ha gradito che nel Bollettino si dica che la Decisione di Finanza Pubblica potrebbe avere sovrastimato sia le entrate che le spese per il 2010: “Dati inutilmente ansiogeni, il presunto crollo delle entrate tributarie è esclusivamente dovuto al venir meno quest’anno di entrate una tantum registrate nel 2009”.
Per il Pd i dati di Bankitalia rendono “carta straccia il documento approvato ieri dal Consiglio dei ministri” ed “è sempre più evidente che la politica economica del governo è stata un fallimento”.