La Fillea Cgil ha organizzato ieri una conferenza sull’edilizia nel Mezzogiorno. Ne parliamo con Salvatore Lo Baldo, segretario nazionale della Fillea.
Lo Baldo come è la situazione dell’edilizia nel sud?
La crisi ha colpito duramente e vi è stato un aumento sia del lavoro nero che della disoccupazione.
Il sud è estremamente carente nelle infrastrutture. Il governo ha più volte promesso di realizzarle. Come è la situazione?
Per ora è tutto fermo compreso il ponte di Messina di cui il governo ha fatto una bandiera. Il Meridione ha un disperato bisogno di infrastrutture. Se non si interviene le imprese non troveranno mai conveniente investire e l’economia non decollerà mai. Fino ad oggi l’unico intervento che va avanti è la Salerno-Reggio Calabria, autostrada la cui costruzione dura da decenni. La maggior parte dei nuovi cantieri promessi dal governo non sono mai partiti. Un buon esempio sono i lavori per il miglioramento della tratta ferroviaria Napoli-Bari che sono rimasti sulla carta.
Cosa chiedete al governo?
Di rilanciare il settore e l’economia del Sud finanziando otto grandi opere che riteniamo indispensabili. Tra di esse vi sono la già citata tratta ferroviaria Napoli-Bari, l’autostrada Ragusa-Catania, una diga in Sardegna.
Avete avuto segnali dall’esecutivo?
Il governo sembra più orientato a uscire dalla crisi con una politica di tagli più che una di investimenti. Quei pochi cantieri aperti sono poi quasi tutti al Nord. Il Meridione sembra non essere tra le priorità governative.
Le mafie sono un grande problema per il Sud, quale è la situazione nell’edilizia?
La criminalità organizzata si è inserita a piede stabile nel settore e lo Stato non sempre controlla in modo adeguato. In primis perché vi è un controllo maggiore negli appalti pubblici, mentre il settore privato e molto meno controllato e poi perché, se in Sicilia i controlli sono soddisfacenti, in alte regioni come la Calabria lo sono di meno. Bisogna anche dire che lo Stato fa finta di non vedere che la mafia è ormai molto presente anche al Nord dove ricicla molti dei suoi proventi e dove i controlli non sono così approfonditi come al Sud.
Il sindacato come si muove per combattere la criminalità organizzata?
In molti modi. Una delle iniziative più importanti che stiamo portando avanti in questo momento è l’Osservatorio per la Legalità.
Come funzionerà?
L’osservatorio sarà diviso in cinque sezioni. La prima si occuperà dei beni sequestrati alle mafie e di come lo Stato li mette a disposizione della comunità, la seconda sarà dedicata alla legislazione per evitare le infiltrazioni mafiose nel settore, la terza alla lotta al caporalato, fenomeno non per forza legato alla criminalità, ma che comunque è molto utilizzato dalle mafie per reperire manodopera a basso costo. La quarta sezione si occuperà della mafia e dell’anti mafia, per capire come articolare le risposte che la sociètà deve dare alla criminalità. Infine la quinta sezione sarà dedicata ai protocolli per la legalità, strumento importantissimo per combattere le infiltrazione mafiose nelle opere pubbliche e che andrebbe utilizzato sempre di più anche nel settore privato.
Luca Fortis