La riforma delle pensioni in Francia, che ha ottenuto oggi anche il via libera dell’Assemblea nazionale, prevede l’innalzamento graduale da 60 a 62 anni dell’età minima per la pensione e da 65 a 67 quella per la massima.
L’età pensionabile sarà portata a 62 anni entro il 2018, con un aumento progressivo di quattro mesi all’anno a partire dal 2011. Gli anni contributivi per ottenere il tasso massimo passeranno a loro volta dai 40,5 anni attuali a 41 anni nel 2012. Il progetto prevede inoltre un ulteriore aumento del periodo di contribuzione a 41 anni e tre mesi, dal 2013. Il governo intende in questo modo innalzare da 65 a 67 anni l’età alla quale sarà possibile andare in pensione con il massimo.
Il testo fa eccezione per i genitori di bambini disabili e per le donne con almeno tre figli che, nate tra il 1951 ed il 1955, hanno interrotto la carriera per la famiglia almeno per un anno. Questi ultimi potranno andare in pensione con la massima a 65 anni. L’eccezione per le donne con tre figli è a rischio annullamento da parte del Consiglio costituzionale, che potrebbe ravvisare una discriminazione nella norma. L’età pensionabile resta fissata a 60 anni per quanti hanno svolto lavori usuranti ma il tasso di invalidità fisica, da dimostrare con certificati medici, deve essere superiore o pari al 20%.
Il governo conta in questo modo di apportare circa 4 miliardi di euro all’anno di nuovi introiti al sistema previdenziale. Un nuovo prelievo peserà sulle fasce più alte di reddito con una tassazione di alcuni prodotti finanziari. Sanzioni infine (dell’1% della massa salariale) sono previste per le imprese con più di 50 dipendenti che non rispetteranno un piano sulla parità degli stipendi uomo-donna. (LF)