Il presidente di Confindustria giovani lancia da Capri un all’allarme sullo stato dell’industria, del fisco, dell’occupazione e del debito pubblico. I giovani di Confindustria lanciano l’allarme per l’immobilità della crescita del Paese. A dirlo è la presidente dei giovani imprenditori, Federica Guidi, al 25/o convegno dell’associazione a Capri. “È ora di cambiare – ha denunciato – non c’è più tempo da perdere: l’Italia da 15 anni cresce meno di tutti i suoi concorrenti e si ostina a non voler cambiare ritmo, mentre ha invece un disperato bisogno di riforme”. “Troppe volte abbiamo analizzato – ha aggiunto – perfino sviscerato, i nodi scorsoi che impediscono all’Italia di crescere eppure sembra che la velocità del nostro cambiamento sia ancora poca cosa rispetto a quella del resto del mondo”. Per la Guidi il tempo “sembra essere passato invano, mentre il tempo è una variabile cruciale per la società, l’economia e la vita di ciascuno di noi”.
Guidi indica, quindi, il “bisogno di aprirci al nuovo, di essere pronti a modificare regole e comportamenti perché molte di esse hanno inceppato il motore della nostra crescita”. L’Italia, sostiene il Presidente dei Giovani di Confindustria, “deve innovare, in ogni ambito, perché l’innovazione è l’unica medicina capace di curarci dalla malattia della bassa crescita”.
Guidi ha aggiunto che è “necessario suggerire alla classe politica, al sindacato, alla stampa, che è il momento di osare è davvero arrivato”.
Pur dicendosi molto preoccupata per l’occupazione nel nostro paese si è detta però ottimista sull’evoluzione delle relazioni industriali . “L’esperienza di Pomigliano – ha sottolineato – ha avviato un confronto che porta in sé un orizzonte di speranza”. Per il presidente di Confindustria giovani nessuno vuole, “da nessun punto di vista, un rigurgito di spirito padronale ma semplificare le norme del diritto del lavoro significa rendere più fluida la vita delle imprese”. Guidi ha poi auspicato che i sindacati condividano l’obiettivo di far crescere il paese, perché ha detto “siamo tutti sulla stessa barca”.
Parlando di fisco ha poi lamentato che la pressione fiscale effettiva, al netto dell’evasione, è di molto superiore al 50% del Pil. Inoltre, ha aggiunto siamo preoccupati per l’incertezza riguardo al carico fiscale futuro dovuto all’enorme debito pubblico e alla grande inefficienza della spesa pubblica. “Chi, quando e quanto pagherà il conto”, si chiede la Guidi evidenziando, però, che il conto “abbiamo già cominciato a pagarlo sotto forma di aliquote fiscali elevatissime; di una pressione fiscale effettiva, al netto dell’evasione, di molto superiore al 50% del Pil; di crediti che il sistema delle imprese vanta verso la Pubblica amministrazione che superano ormai i 70 miliardi di euro; di servizi pubblici scadenti e di infrastrutture carenti”.
Per risanare l’alto livello del debito pubblico, continua, “dicono che occorrerà tirare ancora la cinghia, spremere i contribuenti e questo è deprimente”. Per Guidi il debito pubblico italiano è “figlio della debolezza del sistema politico incapace di imporre scelte dolorose, ma necessarie per il bene del Paese”. Secondo i calcoli dei giovani di Confindustria negli ultimi tre decenni il debito pubblico in valore assoluto è cresciuto di sette volte, testimoniando “la tendenza, da noi consolidata, di risolvere qualsiasi problema sociale attraverso la spesa e il deficit pubblico”.
Secondo Guidi inoltre, se è vero che le famiglie italiane sono più risparmiatrici e meno indebitate di quelle di altri paesi, tuttavia il risparmio privato non è una cambiale che possa essere usata per pagare il debiti pubblici. I giovani di Confindustria riconoscono, afferma, “in ogni caso, al Governo Berlusconi il grande merito di aver frenato l’aumento del debito, nelle more della crisi”. “Ora però il punto vero – sostiene – diventa non tanto tamponare l’emergenza, quanto abbassare il rapporto debito-Pil e per abbassarlo non possono bastare i buoni propositi della lotta agli sprechi, ma servono azioni straordinarie”. “Bisogna quindi – conclude – avere il coraggio di ripensare alla possibilità di esternalizzare interi capitoli di spesa pubblica, di liberalizzare e privatizzare”. (LF)
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu