Al primo gennaio 2009 il numero delle filiali all’estero di imprese italiane è pari a quasi 23 mila unità, con un incremento tra il 2007 e il 2008 del 2,3%. È quanto emerge dal rapporto “Italia multinazionale 2010”, risultato di una collaborazione tra Ice e i professori Sergio Mariotti e Marco Mutinelli del Politecnico di Milano.
Dall’indagine inoltre emerge che il numero degli addetti è stimabile in 1 milione e 350 mila unità, mentre il fatturato generato da queste succursali ha superato nel 2008 460 miliardi di euro, con un aumento del 4,2% rispetto all’anno precedente. Nel corso della presentazione dello studio, il presidente dell’Ice, Umberto Vattani, ha sottolineato: “Non dobbiamo però dimenticare che l’Italia ha intrapreso con ritardo la via dell’internazionalizzazione produttiva e, ciononostante, ha saputo recuperare posizioni”. A confronto con gli altri Paesi, però, rimane lo scarto: il rapporto tra lo stock di investimenti diretti esteri in uscita e il Pil per il 2009 è del 27,4%, pari alla metà di quello riferito alla media dell’Ue-27 (55%).
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