Si acuiscono le distanze tra la Fiom e il gruppo Fiat. Oggi il segretario generale, Maurizio Landini, ha contestato all’azienda di attaccare la democrazia, come non era mai stato fatto finora. Al centro del dibattito ci sarebbe la possibilità di un’esclusione della Fiom da tutti gli stabilimenti dell’azienda. Come sottolinea il quotidiano la Repubblica in un suo articolo di oggi, ai dipendenti della newco di Pomigliano non si potrà impedire di iscriversi al sindacato che preferiscono, ma si potrà impedire a quel sindacato di avere delegati in fabbrica. Questo perché in base all’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori le rappresentanze sindacali possono essere costituite nell’ambito delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti di lavoro applicati nell’unità produttiva. Nella newco di Pomigliano si applicherà il contratto nazionale dei metalmeccanici del 2009 e il nuovo contratto aziendale sulla base dell’accordo separato del 15 giugno scorso, entrambi non sottoscritti dalla Fiom. Per questo i metalmeccanici della Cgil non avranno diritto a presentare liste all’elezione dei delegati, dunque non avranno rappresentanti in fabbrica e potrebbero non averla anche negli altri siti Fiat se l’azienda proponesse newco per ogni stabilimento con nuovi accordi separati.
“Se ciò corrispondesse al vero, siamo di fronte a un attacco senza precedenti al sistema democratico, di relazioni sindacali e costituzionale del nostro Paese”, ha detto Landini.
A suo giudizio è “un sogno illusorio pensare che, dalla grave crisi che colpisce la Fiat, si possa uscire cancellando i diritti di chi lavora, il contratto nazionale e la democrazia”.
La Fiom si augura che le altre organizzazioni sindacali “non si rendano complici di un tale disegno della Fiat, che in realtà vuole semplicemente cancellare definitivamente il diritto e la libertà di ogni singolo lavoratore di poter decidere collettivamente di contrattare i contenuti della propria condizione di lavoro”. Invece di pensare a escludere la Fiom, secondo il leader dei metalmeccanici della Cgil, occorre aprire una vera trattativa sul piano industriale per difendere l’occupazione, costruire prodotti innovativi, definire le missioni produttive per ogni stabilimento, garantendo la continuità produttiva e occupazionale anche per Termini Imerese”.
Alla trattativa dovrebbe, secondo la Fiom, partecipare anche il governo con “un vero piano pubblico di politica industriale, capace di sostenere un reale processo di innovazione dei prodotti e di qualificazione della struttura produttiva dell’auto e dei mezzi di produzione”. (FRN)