Nel 2009 in Italia l’occupazione è diminuita per la prima volta dopo 14 anni di crescita. Il numero di occupati era pari a 23.025.000, in calo di 380.000 unità rispetto all’anno precedente (-1,6%). È quanto emerge dall’annuario statistico dell’Istat, in cu si evidenzia che l’andamento negativo ha caratterizzato tutto il corso del 2009, con un peggioramento negli ultimi dei mesi (da -1,2% del primo semestre a -2,0% del secondo).
Per il secondo anno consecutivo, sono inoltre aumentate le persone in cerca di un posto di lavoro, salite a 1.945.000, 253.000 in più rispetto al 2008 (+15%). Il tasso di disoccupazione è salito al 7,8% dal 6,7%, quello di inattività al 37,6% dal 37% di un anno prima.
La flessione dell’1,6% dell’occupazione, si legge ancora nell’annuario, è “il risultato di una riduzione marcata della componente italiana (-527.000) controbilanciata dall’aumento di quella straniera (+147.000 unità): la quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati sale così dal 7,5% del 2008 all’8,2% del 2009”. Nelle Regioni del Centro e del Nord la quota raggiunge il 10%, mentre nel Mezzogiorno si ferma al 3,5%.
Parlando di cassa integrazione ne sono stati coinvolti nella media del 2009 300.000 occupati, un valore quattro volte superiore rispetto a quello registrato l’anno precedente. L’annuario evidenzia il massiccio ricorso, soprattutto nel settore industriale, a tutti i generi di cassa (ordinaria, straordinarie e in deroga).
Ad essere coinvolti dalla cig sono stati principalmente i dipendenti delle regioni settentrionali (nel 69,9% dei casi), quelli delle imprese con più di 50 addetti (nel 61,9% del casi) e gli occupati delle classi di età centrali (59,4% di occupati tra i 25 e i 44 anni).
L’annuario si sofferma anche sulla spesa sociale che nel 2009 è ammontata a 453 miliardi di euro, di cui quasi 424 miliardi spesi dalle amministrazioni pubbliche (+4,3%). Quasi due terzi della spesa delle amministrazioni pubbliche si concentra infatti nelle pensioni (66,1%), mentre alla sanità è destinato il 25,5% e all’assistenza il restante 8,4%.
Nel periodo 2006-2009 la spesa previdenziale appare in crescita sia in rapporto alla spesa pubblica corrente che rispetto al pil, in particolare tra il 2008 e il 2009 (rispettivamente +0,7 e +1,3 punti percentuali). (LF)
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