È stato rinnovato il contratto nazionale di lavoro dell’artigianato area tessile moda. Sono stati unificati i vecchi contratti relativi alle aziende dei settori tessile, abbigliamento, calzature, pelli e cuoio, occhialeria e pulitintolavanderia. L’intesa prevede un aumento mensile di 76 euro (al terzo livello) erogato in tre “tranche”: dal 1 dicembre 2010, 30 euro; dal 1 settembre 2011, 20 euro; dal 1 giugno 2012, 26 euro, oltre ad una “una tantum” di 122 euro erogata in due “tranche”: la prima, il 1 marzo 2011, 61 euro; la seconda, il 1 marzo 2012, 61 euro.
Sono inoltre previste una serie di miglioramenti ed armonizzazioni normative. Fra esse le principali riguardano: il recepimento e la contrattualizzazione delle prestazioni della bilateralità dell’artigianato, che rafforzano il diritto dei lavoratori alle prestazioni previste, anche tramite l’istituzione di un importo forfetario pari a 25 euro lordi mensili a carico delle aziende non aderenti alla bilateralità, che dovranno comunque assicurare ai lavoratori le prestazioni, come ad
esempio quelle per il sostegno al reddito in caso di sospensioni del lavoro; l’attivazione da gennaio 2010, con una contribuzione di 10,42 euro mensili a carico delle imprese per tutti i lavoratori, di un Fondo Nazionale per l’Assistenza Sanitaria avente natura intercategoriale, per il quale si dovrà predisporre statuto e regolamento; l’implementazione dell’Osservatorio Nazionale Tessile Moda, la Struttura Bilaterale Nazionale di categoria, che opererà all’interno dell’EBNA (Ente Bilaterale Nazionale dell’Artigianato) per una serie di attività comuni fra le parti sociali, 28 ore annue retribuite per l’aggiornamento professionale dei lavoratori, l’inserimento dell’elemento retributivo regionale nell’ambito della retribuzione contrattualmente prevista, al fine di rafforzare l’esigibilità della contrattazione regionale di secondo livello, l’aumento del periodo di conservazione del posto per le malattie di lunga durata fino da 10 a 12 mesi nell’arco di 21, anche con più malattie; il rafforzamento delle normative relative alla Commissione Paritetica per l’aggiornamento dell’inquadramento professionale, la contrattazione regionale di categoria, il diritto allo studio, i congedi parentali, le pari opportunità, i lavoratori immigrati ed il volontariato civile; viene ridotta di sei mesi la durata dell’apprendistato professionalizzante per i giovani diplomati e laureati con titoli riconducibili alle qualifiche per cui sono assunti; la definizione di una nuova e specifica normativa per la stampa e la distribuzione dei contratti alle imprese ed ai lavoratori.
La richiesta delle Organizzazioni artigiane di ampliare di molto il monte ore della flessibilità degli orari è stata solo parzialmente recepita a livello nazionale, portando il relativo monte ore da 96 a 100 ore annue, rinviando alla contrattazione regionale di secondo livello l’eventuale modifica della normativa, legandola quindi anche all’effettiva disponibilità delle parti artigiane ad estendere e rafforzare questo livello di contrattazione ed all’istituzione dell’elemento retributivo regionale collegato alla produttività, che dovrà avere le caratteristiche che consentano l’attivazione degli sgravi previsti dalle norme di legge, sia per la fiscalità a carico dei lavoratori sia per la contribuzione a carico delle imprese.
Soddisfatta Delia Nardone, della segreteria nazionale Filctem-Cgil, per la quale il rinnovo “rappresenta una concreta, sia pur parziale, risposta a difesa del salario dei lavoratori del settore, messo a dura prova dalla crisi in atto; ma soprattutto perché permette a tutti i lavoratori, attraverso l’armonizzazione delle normative, di avere il contratto unico per l’intera area tessile”. (LF)
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