“E’ fuorviante il dibattito sugli ultimi accordi Fiat: per ragioni ovvie molti preferiscono spostare l’attenzione sulla violazione o meno del sistema delle regole invece di ragionare sulla salvaguardia dei posti di lavoro e dell’intera industria automobilistica italiana”. Lo sostiene Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, sottolineando come “non siamo stati noi, bensì il ministro Sacconi, a ricordare che, vigente l’accordo del ’93 e poi quello del 2009, l’Ugl benché rappresentativa è stata esclusa da alcuni tavoli di trattativa”. “Allora – prosegue – nessuno si è messo a difendere l’Ugl in nome di quegli stessi principi che oggi invece vengono richiamati con veemenza, per ragioni che non hanno nulla a che vedere con l’interesse dei lavoratori né tanto meno con la trasparenza delle relazioni industriali”.”Quello che veramente conta – conclude Centrella -, e che i lavoratori dovranno avere chiaro quando andranno a votare, è se i sindacati firmari hanno tutelato o meno l’occupazione e le produzioni nel Gruppo Fiat, stante la crisi in atto e la globalizzazione”. (LF)
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