“Il Registro Internazionale italiano di navigazione è nato per salvare l’occupazione italiana che nel breve periodo sarebbe totalmente scomparsa”. Lo sottolineano le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, definendo “chiaramente falsa» l’impostazione di chi sostiene che le difficoltà occupazionali sono la conseguenza dell’introduzione del registro”.
“Coloro che strumentalmente sostengono questa impostazione – sottolineano i sindacati in una nota unitaria – paiono ignorare altri elementi che creano difficoltà e che comunque il sindacato Confederale sta affrontando nel confronto con Confitarma”. In particolare, la direttiva 3577/92, in base alla quale, ad esempio, una nave impiegata tra Civitavecchia-PortoTorres-Barcellona di armatore italiano ma di bandiera inglese può avere a bordo personale extracomunitario a basso costo, con un conseguente “problema di competitività nei confronti di una nave di bandiera italiana che facesse la stessa linea”. Oppure l’eventuale modifica dell’articolo 318 del codice della navigazione che “produrrebbe la fuga immediata ad altra bandiera di tutta la nostra flotta con tutto ciò che significa non solo per l’occupazione a bordo ma anche per l’occupazione a terra”.
“Le soluzioni ai molti problemi sul tavolo proprio per il taglio liberista che la legislazione europea si è data, non sono certamente facili”, osservano i sindacati, che hanno attivato “una serie di iniziative a tutto campo il cui obiettivo primario è quello di difendere il principio della completa occupazione italiana-comunitaria sulle navi adibite all’attività di cabotaggio, ovvero sui traghetti”. (LF)
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