E’ arrivato il momento di riformare la Confindustria. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera la presidente, Emma Marcegaglia.
“Già quando sono stata eletta – afferma la leader degli industriali – avevo in testa l’obiettivo di rendere la confederazione più snella ed efficiente, poi la grande crisi ci ha costretto tutti a cambiare agenda e a tamponare l’emergenza. Ora che un pò di cose si sono assestate non ha più senso indugiare”.
Marcegaglia spiega che “riformare la Confindustria” non significa solo “tagliare i costi ma di decidere che mestiere vogliamo fare in futuro. Quale rappresentanza diamo alle imprese”. A suo giudizio la riforma passa per un rafforzamento delle unioni territoriali “per essere più vicini alle imprese. Già siamo federalisti – aggiunge – e vogliamo diventare iperfederalisti”.
Sul ruolo di Confindustria non é d’accordo, dice, con chi vorrebbe abolirla e sottolinea il ruolo di rappresentanza che ancora svolge Viale dell’Astronomia. “Dal dicembre 2007 le imprese associate sono aumentate del 10,9% e la crisi ha esaltato il nostro ruolo di rappresentanza e di tutela degli intessi d’impresa”.
Per quanto riguarda il modello contrattuale la presidente degli industriali rilancia l’esigenza di “cucire una contrattazione che calzi perfettamente all’organizzazione del lavoro, ai regimi di orario e alle specificità di mercato” delle aziende uscendo da uno “schema fordista di fare rappresentanza” che prevede un “format unico per tutti. Si potrà obiettare – aggiunge – che si tratta di un indirizzo ambizioso ma non é certo indirizzato a radere al suolo il sindacato. Non amo il Far West. Voglio adeguare la contrattazione al dopo crisi”, conclude Marcegaglia. (FRN)