“Non possiamo stare in silenzio di fronte agli ipocriti appelli contro la violenza o a favore della transizione pacifica che si levano in questi giorni di guerra civile in Libia e intendiamo dire no alle lacrime di coccodrillo versate da politici e industriali corresponsabili di questa carneficina”. Comincia così la lettera di quattro ex operai della Breda Fucine di Sesto San Giovanni (Milano), che si rammaricano per la produzione negli anni ’90 di materiali bellici fatta dall’Italia quando lavoravano e a cui loro si opposero a livello sindacale anche organizzando scioperi e proteste.
“Allora Gheddafi era considerato un terrorista – ricorda Luigi Consonni, autore, tra l’altro di un libro sulle lotte operaie alla Breda – eppure noi facevamo i cannoni per le navi libiche, le mitragliatrici da montare sugli elicotteri. Non possiamo escludere che sugli insorti, in questi giorni, abbiano sparato anche con quelle. Sarebbe il caso di riflettere su tutto questo”. (FRN)
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu