“L’aumento del tasso d’inflazione registrato dall’Istat per il mese di febbraio era atteso per effetto delle acute e diffuse tensioni rialziste sui prezzi delle materie, che comunque tendono a trasmettersi al consumo in modo smussato e con qualche mese di ritardo”. Questo il commento della Confcommercio ai dati diffusi oggi dall’Istat sull’inflazione. A conferma di ciò, segnala l’Ufficio studi dell’associazione, l’indice di prezzi al consumo mostra incrementi congiunturali concentrati sulle aree di spesa più impattate dal costo delle materie prime petrolifere (combustibili e riscaldamento, trasporti). Il contesto economico italiano – aggiunge ancora l’Ufficio Studi – permane debole, nonostante il dato Istat sul Pil del 2010 sia superiore alle previsioni e pari al +1,3% in termini reali (il dato va interpretato alla luce della contestuale revisione al ribasso della crescita del Pil per il 2009, da -5% a -5,2%). Inoltre le difficoltà di questo inizio 2011 sono testimoniate dall’ulteriore riduzione del numero di occupati registrata a gennaio (-83mila unità) che segue il calo di dicembre 2010 rispetto a novembre. Continua a crescere il tasso di disoccupazione giovanile (ancora un record al 29,4%), nonostante la stabilizzazione del tasso di disoccupazione complessivo (8,6%). (FRN)
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