La Fim Cisl esprime “un netto e totale disappunto “rispetto alle ipotesi attribuite al ministro Paolo Romani per quanto dovrebbe contenere il Decreto di recepimento della Direttiva europea 2009/28/CE che determinerebbe perentoriamente un tetto allo sviluppo delle energie rinnovabili e una drastica riduzione degli incentivi.
“Sarebbe molto grave – sostiene il segretario nazionale Marco Bentivogli, responsabile Ambiente e Energia del settore metalmeccanico – se il decreto legislativo del governo mettesse in discussione il ruolo e lo sviluppo della nascente industria nazionale delle energie rinnovabili che può contare complessivamente su oltre 100.000 addetti, compresi molti giovani laureati, nella progettazione e autorizzazione degli impianti, oltre alla produzione di apparati e nelle installazioni. In un momento di crisi industriale del manifatturiero nel paese, non possiamo gelare l’occupazione in crescita delle rinnovabili.”
“Riteniamo ragionevole – continua – la graduale riduzione degli incentivi, importanti e significativi nel nostro paese, ma non è accettabile passare alla loro drastica riduzione. Addirittura in alcuni settori come l’eolico c’è anche la previsione di retroattività”.
La Fim Cisl – conclude Bentivogli – chiede al ministro di convocare le imprese e il sindacato , come già più volte richiesto anche dalla Cisl, per aprire un tavolo di concertazione capace di unire la graduale riduzione degli incentivi alla garanzia della continuità e crescita delle attività industriali del settore delle energie rinnovabili”. (FRN)