I lavoratori di E.On. Italia hanno proclamato per il 25 marzo uno sciopero generale di quattro ore per protestare contro il taglio degli investimenti e del costo del lavoro, decisioni che metterebbero a rischio l’occupazione. L’impresa tedesca è attualmente uno dei più grandi gruppi energetici al mondo che in Italia fornisce energia elettrica e gas a 800.000 clienti e impiega più di 1400 lavoratori.
L’iniziativa di lotta, dopo il fallimento del tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro, è stata proclamata dai sindacati del settore Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uilcem Uil che giudicano “miope” la strategia applicata dall’azienda. La decisione presa dalla controparte datoriale, infatti proseguono i sindacati, “dimostra non solo lo scarso interesse del gruppo di Dusseldorf per il sistema elettrico italiano, ma anche per le stesse relazioni sindacali che procedono unilateralmente, senza un adeguato confronto preventivo, in barba al tanto conclamato sistema tedesco”.
Infatti da tempo, e senza esito, i sindacati rivendicano l’attuazione degli impegni presi sui progetti di investimento autorizzati negli impianti elettrici di produzione – da Tavazzano (Lodi) a Ostiglia (Mantova), e soprattutto a Fiume Santo (Sassari) – dove, in particolare per quest’ultimo, sono stati realizzati importanti progetti infrastrutturali a carico di “Terna”, il gestore della rete nazionale. Inoltre, sottolineano, l’azienda, dopo aver ceduto la rete gas, ha decretato la chiusura dell’impianto di Teverola, a Caserta, nonostante abbia beneficiato degli incentivi statali.
Di qui la decisione dello sciopero generale e del presidio organizzato nello stesso giorno davanti al ministero dello Sviluppo economico “che si è mostrato, concludono polemici i sindacati, del tutto disinteressato al problema, visto che non ha mai risposto alle nostre richieste di incontro”. (FRN)