Le due maggiori organizzazioni di rappresentanza dei dirigenti privati Federmanager (industria) e Manageritalia (commercio) hanno firmato venerdì l’11 marzo un accordo che le porterà a collaborare su vari punti (rappresentanza, presenza e cultura manageriale, lavoro, welfare, sviluppo economico e sociale). L’alleanza si ripropone “soprattutto di fare sistema”, anche con i dirigenti pubblici ai quali le due organizzazioni firmatarie sono collegate attraverso Cida e Confedir-Mit, per riuscire a dare al Paese “quel contributo in termini di idee, azioni e risultati che i dirigenti già danno quotidianamente in azienda e le loro organizzazioni vogliono portare sempre più anche a livello di sistema”. Inoltre, le due associazioni vogliono “valorizzare alcuni valori della professione manageriale, quali responsabilità, risultati e merito, e diffonderli nel tessuto economico e sociale”.
Questa iniziativa conferma la tendenza in atto negli ultimi anni alla semplificazione della rappresentanza che ha portato a importanti processi aggregativi come quelli realizzati dagli artigiani con i commercianti, dal mondo delle cooperative, da quello delle associazioni cattoliche del mondo del lavoro e da alcuni ordini professionali.
Per il presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni, questa l’alleanza con Manageritalia nasce “dal’osservazione attenta della realtà”. Secondo il presidente “ormai stanno scomparendo le varie differenze tra i settori manageriali e serve una rappresentanza più incisiva sia nei riguardi delle imprese che delle istituzioni. I cambiamenti in atto – prosegue – come l’acquisizioni di importanti gruppi italiani da parte di società straniere o la crisi che ha colpito il nostro sistema industriale necessitano di un voce unitaria per far capire agli imprenditori che serve una collaborazione tra manager e imprenditori”. Secondo Ambrogioni, “non basta più l’intuizione degli industriali, ma è necessaria la presenza di manager capaci che guidino l’imprenditore nel mondo globalizzato”. “Il rischio – prosegue – è quello di avere poche imprese globali e tantissime piccole imprese con alterne fortune dipendenti da gruppi internazionali”. Un altro punto molto importante, aggiunge, “è quello di avere maggiore voce in capitolo nella costruzione di una nuova figura di manager più legittimata nell’opinione pubblica, che sappia incarnare valori come professionalità e merito”.
Molto soddisfatto dell’iniziativa anche Massimo Fiaschi, direttore generale dei Manageritalia, per il quale il progetto si inserisce nella tendenza in atto in molti settori di rendere la rappresentanza più “snelle e incisiva”. Per Fiaschi in un momento di crisi come questo è fondamentale che “i manager italiani parlino con una voce sola e che siano presenti nei processi decisionali con maggior peso”. “Rappresentiamo – aggiunge Guido Carella, Presidente Manageritalia – una categoria eterogenea, dinamica, ricca di risorse: migliaia di persone che, quotidianamente svolgono con merito funzioni determinanti per le imprese, l’economia, la società e vogliamo valorizzare questo capitale umano, indispensabile per competere efficacemente e per andare verso uno sviluppo duraturo”.
Luca Fortis