Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil, qual è il valore aggiunto del sindacato?
In questo momento in qualsiasi parte del mondo, con la crisi che c’è, c’è da riflettere sul ruolo che lo Stato deve svolgere. Ridurre il potere contrattuale del sindacato è un modo per determinare conflitto. Credere che il mercato possa risolvere i problemi della crisi riducendo i diritti è un’utopia perché in questo modo si inaspriscono i rapporti tra le parti e si genera conflitto.
La contrattazione nazionale è un costo?
Vederla come un costo, è già questo un problema. La contrattazione è un’opportunità, prevede il conflitto e la sua soluzione. Uno strumento fondamentale per mettere lavoratori e imprese sullo stesso piano. La contrattazione nazionale in Italia è l’unico strumento adeguato a garantire diritti uguali e omogenei ed equità nelle retribuzioni. Se si superasse il contratto nazionale ci sarebbe un problema di dumping tra le imprese e il ritorno a un sistema selvaggio, dove i più deboli restano indietro. Per esempio l’intesa per la nascita della newco Fiat, così come lo stesso sistema messo in atto dall’accordo separato che dà la possibilità di derogare al contratto nazionale, sono strumenti che riducono la contrattazione nazionale.
Lei crede che il conflitto tra le parti sociali sia un dato positivo?
Il conflitto quando serve per risolvere i problemi è sempre un bene. L’importante è gestirlo e prevenirlo. Oggi questo è un problema aperto. Un sindacato quando firma un accordo deve rispettarlo. Ogni compromesso deve essere esigibile. Io credo che la soluzione di ogni conflitto andrebbe anticipata con la contrattazione e con processi di raffreddamento. Se il raffreddamento del conflitto non è sufficiente, l’unica arma che rimane è lo sciopero. Se invece il conflitto è usato come strumento per ridurre i diritti individuali, quali il diritto di sciopero, questo è un errore. Per esempio la clausola dell’accordo Fiat sullo sciopero carica solo i lavoratori, invece dei sindacati, della responsabilità delle azioni che compiono.
Il sindacato è oggetto di una serie di attacchi. Le divisioni lo indeboliscono in questo momento delicato?
Credo nella sfida unitaria, ma prima è necessario ricostruire i concetti di rappresentanza e democrazia.
Rappresentanza degli iscritti o di tutti i lavoratori?
Gli accordi valgono per tutti i lavoratori. Certo va misurato anche il numero dei lavoratori iscritti.
Il problema del sindacato oggi è quello di ricostruire un modello contrattuale che non metta in alternativa il contratto nazionale con quello aziendale o territoriale. È da questo modello che si ricava un modello di rappresentanza e democrazia.
Francesca Romana Nesci