Per Parmalat si lavora su una cordata composita che ha il fulcro industriale in chi ha vere motivazioni d’interesse al business del latte, e cioé le cooperative di allevatori presenti in Granlatte, che ha il controllo di Granarolo (il 20% é di Intesa Sanpaolo), e la Legacoop che pure é presente nell’azionariato. Lo scrive il Sole 24 Ore, precisando che dalla cordata é fuori Ferrero. Lo schema di base sul quale si sta ragionando prevede il lancio di un’offerta volontaria sul 60% del capitale di Collecchio. Secondo il quotidiano, oggi ripartono gli incontri con le banche – Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit – per trovare una soluzione e chiudere entro la prossima settimana, quando ieri il tribunale di Parma ha respinto l’istanza di Lactalis contro la decisione del cda di Parmalat di rinviare al 28 giugno l’assemblea dei soci. L’ipotesi tricolore, spiega il quotidiano, fa leva su Granlatte che cederebbe Granarolo a Parmalat, recuperando fino a 500 milioni per finanziare la sua offerta su Collecchio. Anche Legacoop contribuirebbe con asset ed equity. Intesa Sanpaolo, nell’ipotesi newco, farebbe confluire non solo la quota già in suo possesso (2,2%), ma l’arrotonderebbe ancora stanziando altri 300 milioni. Mediobanca e Unicredit, invece, si sono dichiarate pronte, eventualmente, a fornire finanziamenti. Anche la finanziaria veneta Palladio é tra i candidati a partecipare alla cordata, mentre un ruolo potrebbe averlo Bnl. Infine, continua il Sole 24 Ore, ci sono contatti con il gruppo olandese Friesland-Campina, la brasiliana Lacteos e il gruppo messicano Ala. Infine, a completare il quadro, ci sarebbe poi ovviamente il possibile intervento del fondo della Cdp, dopo che il latte é stato incluso tra i settori strategici per il Paese. (FRN)
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu