Dopo un anno di contratti di solidarietà, Teleperformance ha presentato un piano di ristrutturazione che, a giudizio dei sindacati, “assomiglia molto ad una dismissione, ridimensionando il perimetro occupazionale di quasi il 50%”. La multinazionale francese ha avviato oggi, infatti, procedure di licenziamento per 1464 lavoratori, di cui oltre 700 a Taranto e il resto tra Roma e Fiumicino. Lo rende noto la Slc Cgil, che contesta alla multinazionale francese di addebitare gli esuberi alle difficoltà che vive il mondo dei call center outsourcing e non ai propri errori. “Dopo un anno di contratti di solidarietà, osserva il segretario nazionale Alessandro Genovesi, che hanno notevolmente abbassato il costo del lavoro e dopo aver costantemente non rispettato gli impegni presi in sede di ministero del Lavoro su investimenti e sviluppo delle sedi italiane, siamo al drammatico epilogo di una strategia di totale irresponsabilità, che rischia di lasciare dietro di se solo macerie, a Roma e a Taranto. Città questa ultima dove Teleperformance rappresenta il secondo datore di lavoro privato per occupati”.
Il sindacato è pronto ad opporsi con tutti gli strumenti in suo possesso, chiamando i lavoratori, l’opinione pubblica e la cittadinanza alla mobilitazione. Allo stesso tempo – conclude Genovesi – ci attiveremo presso tutte le istituzioni , fino ai massimi livelli. “Anche perché, spiega, in questi anni, in vario modo, molti di queste (Ministero, Regioni, Comuni) hanno fatto avere a Teleperformance svariati milioni di contributi. Non permetteremo che una intera generazione di lavoratori sia sacrificata alla peggiore logica di impresa”. (FRN)