L’Italia ha presentato ufficialmente la candidatura di Mario Draghi alla Bce. Il governatore di Bankitalia, che ha il sostegno sia del governo francese che di quello tedesco, sembra avere buone chance di farcela.
Flavio Seno, segretario e coordinatore rsa authorities Uilca, cosa pensa della candidatura di Mario Draghi?
Penso che Draghi sia un ottimo nome e trovo molto inopportune le polemiche di chi dice che Draghi va bene nonostante sia italiano. Non credo che essere italiani sia motivo di esclusione dalla nomina a presidente della Bce. Chiunque presiederà la Banca centrale europea lo farà in uno dei momenti più difficili dalla nascita dell’Euro e dovrà gestire la crisi greca, portoghese e irlandese. Draghi secondo me è la persona giusta, ha carattere e ha saputo tenere dritto il timone di Bankitalia in momenti molto complessi.
Quale è il suo giudizio su Draghi come governatore di Bankitalia?
Positivo, nonostante sia arrivato alla Banca dopo i fatti del 2005 e come successore di un governatore come Fazio che aveva mal interpretato il suo ruolo. Ha saputo portare una ventata di cambiamento. Ha riportato l’istituto al suo ruolo, difendendolo anche dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Quindi secondo lei è giusto avere scontri anche forti con il governo?
Draghi ha fatto molto bene a difendere Bankitalia dalle pressioni del governo. In particolare sono stati il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ad alzare i toni. Conosco bene il governatore e ha sempre saputo difendere le sue idee senza alzare i toni e modificare le sue analisi anche quando non erano condivise dall’esecutivo.
Qualche critica al suo operato?
Solamente una, in questi anni ha promosso cambiamenti molto veloci alla struttura della Banca, con accorpamenti di sedi e altro, ma non tutti hanno sempre saputo stargli dietro. Sembra essere mancato un timoniere. Non tutte le persone che lo hanno affiancato sono state all’altezza.
Che clima c’è in questo momento in Bankitalia?
Generalmente c’è un apprezzamento per il probabile incarico, ma allo stesso tempo c’è un po’di inquietudine per il futuro. Come le dicevo prima, c’è incertezza su come verrà portata avanti la riorganizzazione della banca.
Mi tratteggia un identikit del suo governatore ideale?
Mi sarebbe piaciuto fosse un interno, ma in questo momento non ne vedo nessuno con la caratteristiche giuste. Più facile che ci sia o un ritorno di qualcuno che un tempo stava alla banca. L’importante comunque è che il nuovo governatore difenda l’indipendenza della banca.
Si fanno molto nomi, dall’ex commissario europeo Mario Monti all’ex ministro Domenico Siniscalco, dal direttore generale della banca centrale, Fabrizio Saccomanni, al vicedirettore generale Ignazio Visco, a Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro Grilli e Lorenzo Bini Smaghi, attualmente alla Bce. Lei ha qualche preferenza?
Sono tutti nomi rispettabili, ma Grilli viene dal ministero dell’Economia. È vero che anche Draghi veniva dal lì, ma lui era uomo di Carlo Azeglio Ciampi, mentre Grilli è vicino al ministro Tremonti e questo potrebbe mettere a rischio l’indipendenza della banca. Tra gli interni non vedo nessuno con le caratteristiche giuste. Vedrei bene Lorenzo Bini Smaghi, che viene da Bankitalia e ora sta nel direttivo della Bce.
Luca Fortis