Domani è una giornata importante per l’industria chimica. A Palazzo Chigi si firmeranno il protocollo d’intesa sulla “chimica verde” a Porto Torres e la nuova intesa su sviluppo, produttività, relazioni industriali tra il gruppo Eni e i sindacati del settore Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil.
Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, quali sono i punti qualificanti di questa nuova intesa con l’Eni?
Eni ha confermato la centralità del piano di investimenti per la realizzazione degli obiettivi
aziendali. Nello specifico il gruppo intende investire nel periodo 2011-2014 circa 53 miliardi di euro di cui 15 in Italia (28%).
Perché l’Eni preferisce investire fuori?
Perché la ricerca per la perforazione è bloccata. Sia per gli ostacoli posti dagli ambientalisti come accade per esempio per il giacimento di gas nell’Adriatico al quale l’Italia non può accedere ma i paesi dei Balcani sì, sia per l’assenza di una politica industriale in grado di garantire gli investimenti in infrastrutture, ricerca e sviluppo necessari a un potenziamento dell’industria chimica in Italia.
Quali saranno le principali iniziative di spesa previste in Italia?
Gli investimenti interesseranno la raffineria di Gela, la realizzazione dell’impianto est di Sannazzaro, lo sviluppo del giacimento della Val d’Agri, il potenziamento del petrolchimico, tra cui la realizzazione dell’impianto Butene a Ravenna, la costruzione di una centrale a biomasse a Porto Torres.
Cosa chiede l’Eni al sindacato in cambio degli investimenti?
Maggiore competitività, efficienza e produttività.
In che modo possono essere raggiunti questi obiettivi?
L’intesa prevede riorganizzazione e razionalizzazione del lavoro, omogeneità e flessibilità degli orari sui grandi concentramenti di Roma e Milano. Ma anche importanti interventi sull’assenteismo e la formazione.
Quali interventi?
Il tasso di assenteismo per malattia verrà ricondotto a un livello fisiologico del 3,5% con penalizzazioni pari a una diminuzione dell’importo del premio di partecipazione. Verranno invece premiate le situazione virtuose. Sulla formazione, invece, l’azienda si impegna a mantenere l’offerta formativa coerente con le esigenze produttive ed economiche, sulla base di confronti con il sindacato. Inoltre viene ribadita la rilevanza delle risorse messe a disposizione da Fondimpresa.
Ci sono altri punti significativi nell’accordo?
Sì, l’intesa valorizza la conciliazione del tempo di lavoro con la famiglia, ma anche con il tempo libero. Inoltre verrà allargata la formula del part-time su richiesta. L’azienda invece risparmierà veramente grazie alla possibilità contenuta nell’accordo di fermare gli impianti nei momenti meno produttivi, senza penalizzazioni economiche per i lavoratori. In cambio Eni garantisce che non ci sarà alcuna cessazione dell’attività industriale per i prossimi 4 anni. Questo è un punto molto importante se si considera la situazione difficile che sta attraversando la raffinazione nel paese.
Sul tema della partecipazione ci sono novità?
Si è fatto un passo avanti inserendo nell’accordo la possibilità di designare un lavoratore per partecipare agli incontri del Comitato di relazioni industriali. Inoltre è stata istituita una Commissione con il compito di individuare entro 12 mesi nuovi modelli partecipativi.
Questi provvedimenti soddisfano le richieste del sindacato?
No, sulla partecipazione vorremmo raggiungere due risultati: l’istituzione dei Consigli di sorveglianza e la possibilità di avere una parte degli utili, oltre al premio di partecipazione.
Eni a Porto Torres investe sulla chimica verde. C’è la possibilità che possa farlo anche per la Vinyls?
No, nessuna possibilità. Sono 15 anni che ha venduto la Vinyls, non capisco perché dovrebbe rientrare. Il 27 abbiamo un nuovo tavolo in cui chiederemo tutele sull’occupazione, però, al momento, non c’è nulla di concreto e nessuna garanzia da parte dei potenziali investitori.
Francesca Romana Nesci