Di fronte ad una crisi che ha “violentemente colpito” l’intero tessuto del Paese, la contrattazione sociale territoriale si è mostrata “un potente strumento di risposta, seppur declinato in un’ottica prevalentemente difensiva ma quasi sempre condotta unitariamente con Cisl e Uil”. Con una tenuta che risulta prevalente nella negoziazione comunale, che nel 2010 ha investito circa 14 milioni di cittadini. È il quadro che emerge dal ‘Secondo rapporto sulla contrattazione sociale territoriale’ a cura dell’Osservatorio sulla contrattazione sociale (Ocs), costituito dalla Cgil e dallo Spi, con il contributo dell’Ires.
Un’attività negoziale che lo scorso anno – sottolinea lo studio – ha raggiunto milioni di persone “per sostenere i loro redditi azzerati o falcidiati dalla cassa integrazione e per integrare quelle politiche di welfare vessate dai tagli lineari delle manovre economiche”.
Lo studio ha analizzato 439 documenti estrapolati dai circa 1.000 accordi di contrattazione sociale realizzati nel corso del 2010, tra piattaforme e accordi siglati unitariamente. In particolare, si rileva che per l’83,1% (365 casi) si tratti di veri e propri accordi, ovvero tutte le varie forme di documenti conclusivi di un percorso negoziale. Il 10,11% (44 casi) è relativo a ‘resoconti o verbali di incontro’, cioè tutti quei provvedimenti che si collocano nel mezzo del percorso di negoziazione. Vi sono poi le piattaforme negoziali (il 6,8% per un totale di 30).
Dal punto di vista territoriale il livello comunale di contrattazione è quello più rappresentativo: il 76,8% dei documenti negoziali e ben l’80,3% degli accordi sono siglati a questo livello. Risultano 360 i documenti concentrati sulle dimensioni comunali, intercomunali e di circoscrizione che vanno a coprire ben 797 comuni per una popolazione interessata stimabile intorno ai 12-14 milioni di persone. I beneficiari della contrattazione sociale territoriale sono individuati nella generalità di cittadini e famiglie (82,5% degli accordi, 93,3% delle piattaforme) che rappresentano la voce maggioritaria.
Un grande rilievo è dato anche ai lavoratori di aziende in crisi: nel 67,6% degli accordi e nel 40% delle piattaforme sono previste iniziative per i lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, così come per quelli disoccupati o precari. Seguono quei soggetti e quei temi che sono il cuore della contrattazione sociale: l’infanzia (67,6% degli accordi, 66,7% delle piattaforme), anziani (55,7%, 60%), povertà (45,4%, 46,7%), disabili (29,6%, 46,7%). (FRN)