Sabato 18 giugno si è svolta in piazza del Popolo a Roma la manifestazione di Cisl e Uil a favore della riforma fiscale. Le organizzazioni sindacali hanno lanciato un “ultimatum” al governo che a loro giudizio “non si deve azzardare a fare una manovra senza un forte ridimensionamento della spesa inefficiente”, altrimenti “può anche andare a casa”. Senza riforma fiscale, sottolineano Cisl e Uil “si rischia uno scontro politico e sociale”.
Cisl e Uil chiedono al governo una sensibile riduzione della tassazione su lavoratori e pensionati; il sostegno alla famiglia con il Nuovo assegno familiare (Naf); un fisco premiale in favore dell’occupazione e degli investimenti destinato alle imprese socialmente responsabili; niente aumenti della pressione fiscale per lavoratori e pensionati a seguito dell’attuazione del federalismo fiscale; più trasparenza nei rapporti tra fisco e cittadino.
Per reperire risorse occorre rafforzare la lotta all’evasione fiscale, ridurre significativamente l’elusione, una maggiore tassazione delle rendite e della speculazione, l’incremento delle imposte sui consumi pregiati. È poi fondamentale ridurre la “cattiva spesa pubblica”. Bisogna contrastare sprechi ed inefficienze e tagliare i costi della politica (troppe cariche per troppi livelli istituzionali e trattamenti sproporzionati). Rendere più snella ed efficace la struttura istituzionale, più competitive ed efficaci le aziende dei servizi pubblici. Le economie sugli sprechi delle pubbliche amministrazioni vanno, in misura significativa, reinvestite per la qualità del servizio, l’incentivazione della produttività e il riconoscimento del merito.
Cisl e Uil chiedono poi all’esecutivo una legge quadro per la non autosufficienza e misure più efficaci per lavoro e sviluppo. È necessario dare piena attuazione all’accordo Stato Regioni sugli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, in particolare per i giovani attuando la riforma dell’apprendistato, per le donne con la revisione del contratto d’inserimento e per le nuove assunzioni al Sud con il credito d’imposta. Inoltre occorre dare attuazione agli interventi per favorire gli investimenti delle imprese nella ricerca, con l’assunzione di giovani ricercatori. La riforma dell’apprendistato, così come convenuto, va accompagnata con interventi normativi nazionali e regionali volti a diminuire l’abuso e l’utilizzo, oggi fortemente distorto, di forme di lavoro come i tirocini/stages, le partite iva fittizie e le collaborazioni a progetto.
Lo stimolo all’economia richiede il pieno utilizzo dei Fondi nazionali ed europei per il Mezzogiorno, per la realizzazione delle infrastrutture materiali ed immateriali e i crediti d’imposta per nuovi investimenti e lavoro. Tutte le risorse disponibili vanno utilizzate per realizzare le opere pubbliche prioritarie per la viabilità e il territorio, gli investimenti nella rete energetica e ambientale, nel settore delle costruzioni.
La crisi economica e sociale va affrontata, secondo i sindacati, attraverso una continua negoziazione con il governo, le Regioni e gli imprenditori. Obiettivi sono: estensione degli ammortizzatori sociali e le politiche attive per il lavoro; il rinnovo tempestivo dei contratti nazionali di lavoro e lo sviluppo della negoziazione decentrata privata e pubblica per redistribuire la produttività e cogliere nuove opportunità di investimenti produttivi.
I risultati, dicono Cisl e Uil, non sono mancati: estesa la tutela sociale a soggetti prima esclusi; evitati i licenziamenti nelle aziende in crisi e molti accordi per il rilancio produttivo; un rinnovo tempestivo dei contratti nazionali di lavoro e la prosecuzione della detassazione del salario di produttività. Nel settore pubblico sono state salvaguardate le retribuzioni rispetto ai tagli di altri Paesi europei ed è stato negoziato, pur in presenza di un blocco dei contratti nazionali fino al 2013, l’impegno a realizzare a tutti i livelli la contrattazione decentrata attuando l’accordo con il governo del 4 febbraio scorso. Si è avviata una stabilizzazione del personale della scuola, con 65.000 immissioni in ruolo. (FRN)