Governo e sindacati hanno raggiunto l’accordo per l’immissione in ruolo di 67 mila precari. Le procedure avviate prevedono l’assunzione di 32.482 docenti e 36.488 tecnici amministrativi della scuola.
Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, è stato un obiettivo faticoso da raggiungere?
Il piano di assunzioni del personale docente e Ata è un obiettivo a cui stiamo lavorando da mesi con forte impegno. L’incontro a Palazzo Chigi, voluto dai sindacati, avvia di fatto le procedure di definizione del piano previsto dal decreto sviluppo. L’intesa, infatti, comporta l’invio all’Aran di una direttiva per completare in tempi brevi tutti i passaggi necessari per effettuare entro agosto le assunzioni previste.
Quali sono i contenuti della direttiva?
Il governo, per ora, non ce li ha ancora comunicati.
Lo Stato dove troverà le risorse aggiuntive per stabilizzare 67 mila precari?
Non ci sarà bisogno di risorse aggiuntive perché i costi non varieranno. Le assunzioni non peseranno sul bilancio perché andranno a colmare posti vacanti dell’organico di diritto, già compresi tra le uscite di bilancio. Inoltre non c’è differenza di costo tra un supplente e un insegnante di ruolo.
Se non c’è differenza di costo perché lo Stato ha deciso di procedere alle assunzioni solo ora?
Qui rientriamo nel campo della volontà politica. Il compito del sindacato e’ quello di rivendicare posti di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo fatto molte pressioni, ci siamo mobilitati fino ad ottenere l’inserimento del piano assunzioni nel decreto sviluppo.
Rispetto alle assunzioni, quale sarà la distribuzione sul territorio nazionale?
Questo dipenderà dalla disponibilità di organico e dalle classi di concorso. Secondo le nostre proiezioni, tutte da verificare, saranno maggiormente interessate al fenomeno della stabilizzazione del posto di lavoro per quanto riguarda il personale docente le regioni del Nord, soprattutto Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, mentre rispetto al personale Ata saranno coinvolte tutte le regioni in uguale misura.
E’ un accordo che vi soddisfa?
Sì, è un risultato importante e positivo, soprattutto perché raggiunto in un contesto di pesante difficoltà economica. Va sottolineata la capacità del sindacato di incalzare le controparti con obiettivi puntuali, credibili ma anche raggiungibili.
Francesca Romana Nesci