“Il testo della manovra economica approvato ieri al Senato, in corso di approvazione oggi alla Camera, contiene una importante novità per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni”.
È quanto dichiarano il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, e il segretario generale della Uil Pensionati, Romano Bellissima. In particolare i sindacalisti si riferiscono al ritiro della norma che dimezzava la rivalutazione delle pensioni di importo compreso tra 3 a 5 volte il minimo, cioè quelle pensioni medie di operai e impiegati, frutto di decenni di lavoro e di contributi.
Il testo approvato ieri al Senato reintroduce per queste pensioni la normativa oggi vigente: 100% per le fasce di pensione fino a 3 volte il minimo, 90% per le fasce di pensione comprese tra 3 e 5 volte il minimo. Per il biennio 2012-2013, è ridotta la rivalutazione solo delle pensioni eccedenti 5 volte il minimo, che mantengono comunque una perequazione parziale, del 70% per le fasce di pensione fino a 3 volte il minimo.
“In una situazione così grave – affermano Proietti e Bellissima – siamo dunque riusciti ad evitare la penalizzazione delle pensioni medie. Come Uil e Uil Pensionati, ribadiamo comunque che l’indicizzazione delle pensioni al costo vita è ormai da diversi anni l’unico strumento di rivalutazione delle pensioni e che è uno strumento insufficiente, anche per l’inadeguatezza del paniere Istat ai reali consumi dei pensionati. Non a caso, negli ultimi 15 anni le pensioni hanno progressivamente perso parte del loro potere d’acquisto”.
Per i sindacati risulta insufficiente, però, anche l’intervento sulla riduzione dei privilegi, degli sprechi e dei costi della politica, nazionale e locale. “Le misure approvate nella manovra in merito sono inadeguate e soprattutto non entrano immediatamente in vigore, dicono i sindacalisti. L’Italia non può più sostenere simili livelli di costi della politica. Se la situazione è grave, ed è effettivamente grave, tutti devono contribuire”.
“Perfino il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte non si applica ai vitalizi a qualsiasi titolo erogati, per cui sulle pensioni dei parlamentari non verrà operata alcuna trattenuta. Questo ci sembra francamente inaccettabile”.
“Attendiamo ora, infine – concludono Proietti e Bellissima – un rapido confronto sulla riforma fiscale e dell’assistenza, per evitare che dal 2013 scattino automaticamente i tagli lineari delle agevolazioni fiscali. Serve una discussione vera che porti a una riduzione della pressione fiscale per i pensionati e per i lavoratori dipendenti e a una razionalizzazione del sistema dell’assistenza, che garantisca tutele e servizi a chi è in condizioni di bisogno e introduca una legge quadro nazionale per la non autosufficienza, con relativo Fondo”. (FRN)