Di fronte all’Italia presa di mira dalla speculazione, le parti sociali, imprenditori e sindacati, hanno preso una posizione comune. La crescita è la priorità per le quasi venti sigle che ieri sera hanno sottoscritto il comunicato congiunto: Confindustria, Abi, Cgil, Cisl, l’Alleanza delle cooperative italiane (Confcooperative, Lega delle coop, Agci), Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti), Confagricoltura, Confapi, Ugl, Coldiretti, Cia. Solo la Uil si è dissociata, con il numero uno, Luigi Angeletti, che non si è riconosciuto nel testo, giudicandolo “doroteo”.
Le parti sociali ieri non hanno indicato misure, ma hanno incalzato in governo a cambiare passo. È stata approvata la manovra economica, ma non è bastato. Ecco perché serve un “patto per la crescita”, è scritto nel testo, “che coinvolga tutte le parti sociali”. Anche perché “il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia”. Imprese e sindacati sono “consapevoli che la fase che si sta attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell’economia italiana ed è connessa ad un problema europeo di fragilità dei Paesi periferici”. Problemi ai quali “si aggiungono quelli di bilancio degli Stati Uniti”. Le conseguenze delle incertezze sui mercati si traducono per l’Italia nel “deciso ampliamento degli spread dei titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di Borsa”. E quindi “ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese”. Ecco perché “per evitare che la situazione italiana diventi insostenibile bisogna ricreare nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari”. (LF)
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