Il giudizio della Confederazione di via Po’ sulla manovra economica approvata ieri dal governo con il voto di fiducia al Senato e alla Camera rimane negativo. In merito alle ultime modifiche decise la Cisl esprime la propria contrarietà sull’aumento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato, sulla reintroduzione del contributo di solidarietà sui redditi più alti perché “fortemente depotenziato” e sull’assenza di tassazione dei patrimoni immobiliari. Anche la scelta di aumentare l’Iva dal 20% al 21%, secondo la Cisl, graverà sulla capacità di spesa dei redditi più bassi, senza che vi sia la necessaria contropartita della riduzione del carico fiscale su lavoratori e pensionati.
Il giudizio negativo del sindacato di via Po’ rimane soprattutto per la mancanza di misure adeguate sul piano dell’equità nei confronti dei redditi più alti, per la riduzione troppo blanda dei privilegi della politica e del costo degli assetti istituzionali, per la mancata tassazione dei patrimoni immobiliari e mobiliari più alti. Per questo la Cisl, si legge in un comunicato, dopo l’approvazione della manovra, continuerà a opporsi con proposte e mobilitazioni a livello nazionale e territoriale per chiedere che venga discussa al più presto in Parlamento la delega per la riforma fiscale, sia introdotta una tassazione sui grandi patrimoni immobiliari, vengano reperite le risorse per il pareggio del bilancio tagliando i privilegi della politica, le inefficienze, gli sprechi e gli abusi della spesa pubblica, semplificando e riorganizzando gli assetti istituzionali. Ancora la Cisl chiede che ci sia una lotta più forte all’evasione fiscale, riducendo a 500 euro la tracciabilità dei pagamenti, e che venga rilanciata la politica per la crescita con investimenti pubblici su infrastrutture, reti energetiche, innovazione. Infine chiede interventi nel Mezzogiorno per incentivare investimenti privati e nuova occupazione, per accompagnare la proroga degli ammortizzatori sociali con un rilancio delle politiche attive per il reimpiego dei lavoratori in cig e per sbloccare l’occupazione giovanile.
Francesca Romana Nesci