“Come spesso accade, i preziosi dati forniti dall’Istat rischiano di essere fuorvianti, se non letti con la dovuta attenzione”. Lo sostiene Fabrizio Fratini, segretario nazionale Fp-Cgil commentando i dati commenta i dati del report “la struttura del costo del lavoro in Italia 2008” “Sostenere – sostiene – che le retribuzioni lorde nel settore privato siano inferiori dell’11,6% rispetto al settore pubblico, senza suddividere queste retribuzione per classi di addetti, e quindi senza tenere conto dell’alta scolarizzazione del lavoro pubblico e dei differenti profili professionali presenti, contribuisce soltanto ad alimentare falsi miti e non certo a fare chiarezza. Il fatto che questo report non tenga conto della Pubblica Amministrazione ma solo di Sanità, Scuola e Università, lo rende di fatto inutile. Per sapere che medici, dirigenti e professori universitari in media guadagnano più degli operai, non credo ci sia bisogno di scomodare l’Istat”.
“Da almeno sette anni – prosegue – continuiamo a ripetere che i report dell’Istat utilizzano una metodologia di calcolo impropria, non tengono conto dell’articolazione delle retribuzioni, ad esempio escludendo il salario accessorio dal computo, e delle differenze tra i comparti. “Una rilevazione di questo tipo – conclude il sindacalista – non contribuisce a fare chiarezza su un tema spesso oggetto di scontro e di strumentalizzazioni politiche, ma soprattutto non fa bene al lavoro pubblico”. (LF)
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