“La Confindustria è pronta a scindere le sue responsabilità da quelle del governo, perché vogliamo un cambiamento vero”. Lo ha detto la presidente Emma Marcegaglia, intervenendo all’assemblea degli industriali toscani a Firenze. “Noi vogliamo una vera discontinuità e la vogliamo velocemente: basta con le piccole cose, non siamo più disponibili a stare in una situazione di stallo, in cui si vivacchia e in cui ci si limita a fare qualche piccola manutenzione”.
Per questo, al tavolo del governo Confindustria presenterà un documento, “un manifesto delle imprese, insieme alle altre associazioni, per salvare l’Italia”. “Un documento – ha proseguito Marcegaglia – che non riguarda le imprese, ma è per l’Italia. Se il governo è disponibile a parlare con noi e con le altre associazioni, bene. Se invece vuole andare avanti con piccole cose, non siamo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità, perché vogliamo un cambiamento vero”.
Nel manifesto di Confindustria saranno contenute quelle poche riforme che secondo la presidente Emma Marcegaglia serviranno a rilanciare l’Italia. Gli industriali chiedono una riduzione della spesa pubblica “non più solo con tagli lineari”, una “riforma delle pensioni che ci metta in linea con gli altri Paesi europei”, usando i soldi che così sarebbero risparmiati per “abbassare il cuneo fiscale, a partire dai giovani”, ha aggiunto la presidente.
Confindustria chiede poi una vendita dei beni pubblici, “vendere il patrimonio anche per abbassare il deficit, per diminuire l’ingerenza del pubblico che è ancora troppo forte e si porta dietro clientele, oltre a fare concorrenza sleale”.
Un altro tema che sarà trattato nel documento è quello delle liberalizzazioni, perché “nell’ultima manovra non c’è quasi niente”, e anche quello delle infrastrutture, “un tema che riguarda tutto il Paese. Dobbiamo guardarci in faccia – ha proseguito – e domandarci se vogliamo tornare a crescere”.
Infine Marcegaglia ha ribadito che non è più possibile aspettare “la riforma fiscale”, “perché occorre abbassare le tasse a chi tiene in piedi il Paese, lavoratori e imprese. Siamo pronti anche a una piccola patrimoniale, lo abbiamo detto, pur di avere meno tasse”.
“Fa male vedere una carenza di leadership anche a livello europeo”, tre anni dopo la grande crisi del 2008 e dopo la crisi che da tempo sta coinvolgendo la Grecia. ha aggiunto poi la Marcegaglia. “Non può esserci una moneta unica senza una politica economica comune, senza un budget federale”, ha spiegato. “O i leader europei hanno la capacità di superare i nazionalismi oppure io penso che tutto quello che abbiamo fatto nell’Unione europea rischia di non restare in piedi. E in questo caso le conseguenze sarebbero devastanti”.