Dopo gli annunci dei giorni scorsi, arriva il manifesto delle imprese per l’Italia. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha presentato oggi (30 settembre) il testo condiviso da Ania, Abi, Alleanza delle cooperative italiane e Rete delle imprese. Con cinque priorità: spesa pubblica, riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessioni del patrimonio dello Stato, liberalizzazioni e semplificazioni, infrastrutture ed energia. Poi arriva l’ultimatum: senza riforme le imprese interrompono il confronto con l’esecutivo.
“Salvare l’Italia non è uno slogan retorico”. Così ha esordito il presidente, spiegando che “non si può assistere inerti” alla situazione attuale. “Oggi il tempo si è fatto brevissimo – a suo avviso -, ciò impone scelte immediate e coraggiose”.
Se non avrà risposte, Confindustria lascerà tutti i tavoli con il governo. Lo ha detto chiaramente Marcegaglia: “Nell’ultima giunta mi è stata data la delega di portare avanti proposte forti e coraggiose. Se queste non andranno avanti mi è stata data anche la delega per non stare più ai tavoli con il governo”.
Secondo le imprese anche il futuro risulta a rischio. “E’ in gioco più della credibilità del governo e della politica – così Marcegaglia -, è a rischio la possibilità di garantire ai nostri figli un paese con diritti, benessere e possibilità pari a quelle che abbiamo avuto noi fino ad oggi”.
Quindi il passaggio sul lavoro. “C’è la necessità di maggiore flessibilità sia in entrata che in uscita – a suo avviso -. Il tema va ripreso in mano e dobbiamo ragionare con governo e sindacati”. Se il manifesto nasce per iniziativa delle imprese, ha assicurato, “non c’è nessuna intenzione di escludere i sindacati”.
All’interno del manifesto, le aziende chiedono di alzare l’età pensionabile in particolare per le donne, portandole a 65 anni nel 2012 anche nel settore privato. Propongono inoltre di anticipare al 2012 il meccanismo di aggancio automatico dell’età pensionabile all’aumento di aspettativa di vita. Poi la riforma delle pensioni di anzianità: abolire il sistema attuale con i regimi speciali previsti dall’Inps, definiti “privilegi che non trovano alcuna giustificazione”.
In materia di fisco, per le imprese è prioritario recuperare competitività: ridurre il costo del lavoro e stimolare produzione, ricerca e innovazione attraverso strumenti specifici. Il manifesto chiede quindi di rafforzare la lotta all’evasione. Le aziende si dicono disponibili ad applicare un’imposta patrimoniale, ma “solo se serve ad abbassare Irpef e Irap”.
La patrimoniale deve essere ad aliquote contenute e con una serie di esenzioni: niente prelievo per i patrimoni sotto 1,5 milioni di euro. “Si può stimare che la misura comporti un maggior gettito per l’erario di circa 6 milioni di euro annui”, spiega il documento.
Come tempi, ha aggiunto Marcegaglia, “se il governo varasse misure per lo sviluppo entro metà ottobre, andrebbe bene”. Il problema “è il contenuto delle riforme, un giorno in più o in meno non cambia”. (FRN)