“Il Governo dice che non ha messo le mani in tasca agli italiani, non è vero, nella scuola e nella pubblica amministrazione in 4 quattro anni la mannaia delle manovre economiche costa perdite di reddito in media anche oltre i 10mila euro”. La Cgil lo ha sottolineato presentando la manifestazione nazionale promossa per sabato 8 ottobre a Roma da FpCgil e FlcCgil. Una “una giornata di orgoglio del lavoro pubblico”, sottolinea il sindacato di Corso Italia, “contro i tagli all’intervento pubblico, all’istruzione e alla ricerca e contro la privatizzazione dei servizi”.
Sui salari peserà “l’effetto combinato del blocco dei contratti e delle carriere”. Dai calcoli delle due categorie della Cgil, considerando i 4 anni dal 2010 al 2014, un docente di scuola media con oltre 20 anni di servizio perderà circa 9mila euro; un assistente amministrativo 5mila euro, i docenti universitari “oltre 14mila euro a cui si aggiunge il danno del blocco delle anzianità; i ricercatori quasi 14mila euro”.
Nella funzione pubblica, tra mancati rinnovi contrattuali e riduzione del salario accessorio, sempre nei quattro anni 2010-2014, nei misteri la perdita di reddito media e di 10.604 euro, che salgono a 12.779 nelle agenzie fiscali, a 13.610 negli Enti pubblici non economici.
“Dopo lo sciopero generale – commenta il segretario confederale Fulvio Fammoni – volevamo dare continuità nel sostenere che la manovra è sbagliata, con tre manifestazioni nazionali. Sabato scenderanno in piazza i lavoratori del pubblico impiego, della scuola e della ricerca, poi seguiranno a fine ottobre i pensionati e a fine novembre ci sarà una manifestazione sul lavoro”. (LF)