Il ricorso era stato promosso dai sindacati della presidenza del Consiglio, che avevano appreso “dell’istituzione delle sedi a Monza dai giornali e dai tg – spiega il presidente del consiglio direttivo del Sipre (Sindacato indipendente della presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Macrì – La decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere” al taglio del nastro, trasformatosi l’estate scorsa in una vera e propria festa leghista.
Ora un decreto del giudice del lavoro annulla gli effetti dei provvedimenti “stabilendo la chiusura – fa sapere Macrì – delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli”, rispettivamente “un dipartimento e una struttura di
missione”. Condannando per di più la presidenza del consiglio al pagamento di un terzo delle spese legali. La sentenza, in realtà, si limita ad annullare gli effetti dei provvedimenti che sono stati adottati con condotta antisindacale. “Di fatto – precisa Macrì – le sedi periferiche cessano di essere strutture della presidenza del consiglio. Noi ci eravamo spinti più in là – puntualizza – chiedendo l’annullamento dei decreti istitutivi. Ma questo tipo di decisione è stato rinviato al giudice amministrativo. Tuttavia, la sentenza depositata ci dà ragione e rende inagibili le sedi di Monza”. (LF)
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