I sindacati del settore elettrico bocciano senza appello la bozza del dl sviluppo che circola in questi giorni. “Un Governo – si legge in una nota – che si inventa, nella bozza del maxiemendamento in circolazione, la revisione delle tariffe elettriche, pregiudica la stabilità del quadro regolatorio che produrrà effetti devastanti sulla capacità di Terna di reperire sul mercato i capitali richiesti per effettuare gli interventi sulla rete, condizione indispensabile per il contenimento del prezzo dell’energia, oltre che per garantire sicurezza ed efficienza del servizio elettrico”.
“Gli investimenti di Terna – dicono i sindacati – come già ampiamente noto al ministero dell’Economia, vengono finanziati con capitali raccolti sui mercati: in carenza di stabilità del quadro regolatorio Terna potrebbe non essere più in grado di reperire le risorse necessarie per realizzare nuove infrastrutture di cui avevamo condiviso la necessità e l’urgenza”.
“Il rischio immediato – sostengono – che corriamo se il provvedimento annunciato si concretizzasse sarebbe quello di determinare il blocco degli investimenti per 7,5 miliardi di euro, previsti dal Piano di Sviluppo 2011 – 2020 di Terna, che avrebbe portato risparmi per i consumatori pari a 1,6 miliardi di euro all’anno e lavoro per le imprese”.
“Non va dimenticato – concludono – che la misura giunge a pochi mesi dalla Robin Tax, che ha già compromesso seriamente la stabilità del quadro regolatorio e la capacità di Terna e delle altre aziende energetiche di effettuare investimenti, minando la fiducia dei mercati nelle prospettive del settore e privando il sistema manifatturiero di una concreta e significativa opportunità di lavoro e sviluppo. Per queste fondamentali ragioni chiediamo al Governo di ritirare il provvedimento”. (LF)
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