I Ministeri del Lavoro e dell’Economia hanno definitivamente licenziato la manovra previdenziale che assicura solidità ai conti dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Lo comunica lo stesso Inpgi in una nota.
Diventano, infatti, operativi, secondo le diverse decorrenze previste, i tre provvedimenti deliberati dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi lo scorso 15 luglio. L’aumento contributivo a carico delle aziende, ricorda l’Istituto, sarà di tre punti percentuali nei prossimi cinque anni, tra gennaio 2012 e dicembre 2016. L’età pensionabile delle donne sarà aumentata progressivamente a 65 anni nell’arco di dieci anni, tra luglio 2012 e dicembre 2021, ma le giornaliste che vorranno andare in pensione a 60 anni potranno comunque farlo e, nel periodo transitorio fino al 2020, avranno penalizzazioni ridotte. Gli sgravi contributivi, immediatamente operativi per i prossimi tre anni solo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, comporteranno una riduzione del costo del lavoro del 60% per effetto della riduzione di 12 punti percentuali dell’aliquota IVS. I provvedimenti adottati saranno oggetto, nei prossimi giorni, di circolari dettagliate che verranno predisposte dai Servizi competenti dell’Istituto, inviate a tutte le aziende e pubblicati sul sito www.inpgi.it.
Il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, al momento del varo della manovra da parte del consiglio di amministrazione qualche mese fa aveva sottolineato l’ineludibilità di una riforma che incidesse positivamente sul bilancio attuariale, in modo da ridurre significativamente quasi fino a scomparire la profonda “gobba” previdenziale prevista tra il 2020 e il 2040. Con gli effetti della manovra il patrimonio dell’Istituto continuerà ad essere crescente e, nei prossimi 50 anni, non saranno intaccate le riserve accantonate. Il presidente Camporese aveva inoltre evidenziato come il consiglio di amministrazione avesse attentamente vagliato le possibilità di intervento, ritenendo infine che se fossero stati scelti altri strumenti gli iscritti all’Istituto sarebbero stati ben più penalizzati; con i provvedimenti adottati, invece, l’Inpgi riuscirà a mantenere prestazioni di gran lunga superiori a quelle dell’Inps.
“La notizia appresa oggi conclude l’ultimo e fondamentale passaggio di un lungo iter decisionale – afferma Camporese – che ha visto coinvolti attivamente il consiglio d’amministrazione dell’Inpgi, le parti sociali e infine i ministeri vigilanti. Si tratta di una svolta epocale per l’Istituto, un risultato molto soddisfacente per la sostenibilità dei conti dell’Ente, che permetterà di riequilibrare il rapporto tra entrate contributive ed uscite per prestazioni, garantendo quindi stabilità per il futuro previdenziale di tutti i colleghi. È stato possibile raggiungere questo risultato grazie ad un confronto e a un dialogo serrato che ha visto protagonisti, uniti da un forte senso di responsabilità per il futuro della categoria, oltre al consiglio di amministrazione dell’Inpgi anche Fieg ed Fnsi. Ministero del Lavoro e ministero dell’Economia, inoltre, hanno dato prova di estrema sensibilità nell’esaminare tempestivamente i provvedimenti assunti dal Cda”. “Sono consapevole – conclude Camporese – che le difficoltà derivanti dal perdurare della crisi economica del settore editoriale non sono finite, ma credo che in questa occasione si sia dimostrato che l’Istituto e l’intero sistema sono dotati degli strumenti e delle capacità necessarie per poter affrontare anche le prove più difficili”. (LF)
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