I pubblici dipendenti italiani sono i più anziani d’Europa e di tutti i paesi Ocse. Uno su due (49%)infatti ha più di 50 anni, a seguito del blocco del turn over e degli interventi sulle pensioni. È uno dei dati compresi nel primo Rapporto sui servizi delle pubbliche amministrazioni presentato dal Cnel alla Camera.
Il Consiglio propone al governo e al Parlamento di realizzare un sistema statistico integrato Istat-Sistan sui servizi delle amministrazioni pubbliche e renderlo operativo entro il primo semestre 2012 come “base di valutazione per i programmi di riduzione della spesa”. Tra i maggiori squilibri da correggere, il Cnel segnala il divario tra i servizi nel Mezzogiorno e quelli nel resto del Paese; l’arretratezza (o assenza) dei livelli essenziali di assistenza “base irrinunciabile di un federalismo solidale”; la debolezza del welfare per i giovani, le famiglie e le donne.
Un discorso a parte è dedicato all’istruzione, la cui spesa è molto più bassa della media Ocse (9,3% del totale contro 13,1%) e alla retribuzione degli insegnanti della scuola secondaria “anni luce distante da paesi come Lussemburgo, Germania, Corea, Irlanda e Olanda”. Siamo invece in linea con gli altri paesi industrializzati per numero di dipendenti pubblici (14,3% della forza lavoro) e spesa per il personale e sotto la media per i costi di produzione e la spesa in conto capitale, in calo dal 2003 per le amministrazioni locali. (FRN)
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