“Sono passati trent’anni dall’introduzione nella legislazione italiana del reato di associazione mafiosa e il sequestro dei beni”. Lo scrive la Fillea Cgil in una nota in cui si legge che “da allora sono state sequestrate oltre 4mila aziende, quasi il 50% legate al settore delle costruzioni e dell’immobiliare. Ma spesso le imprese una volta sequestrate non riaprono più i battenti e a pagarne il prezzo più alto sono i dipendenti di quella impresa, che restano senza lavoro. Non solo, ma quelle poche imprese che vengono bonificate e confiscate definitivamente hanno enormi difficoltà ad essere restituite al territorio e a trovare una propria identità produttiva”.
Per questo la Fillea Cgil lancia una raccolta di firme, finalizzata “al recupero produttivo delle imprese sottratte alle mafie e a tutelare i lavoratori coinvolti”. Il Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil spiega che “sottrarre una impresa alla criminalità organizzata è un atto di liberazione per il sistema produttivo, che sempre più deve poter contare su imprese sane e competitive capaci di contrastare ogni tentativo di infiltrazione delle economie criminali e per i lavoratori che proprio quel sistema produttivo sano deve saper tutelare e proteggere, senza mai abbandonarli al ricatto dei poteri criminali o alla disperazione della perdita del lavoro”.
L’iniziativa della Fillea Cgil, che vede tra i primi firmatari l’ex procuratore capo anti mafia Pier Luigi Vigna, presidente onorario dell’Osservatorio Fillea Edilizia & legalit , chiede che l’Agenzia
Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) istituisca un Ufficio Attività Produttive e Sindacali “capace di coordinare le attività delle e nelle aziende sequestrate o confiscate attive, con
particolare riferimento a quelle del settore delle costruzioni” ha spiegato oggi il segretario nazionale Fillea Salvatore Lo Balbo dai microfoni di Radio Articolo 1, la web radio della Cgil “e di prevedere, attraverso una delibera, l’utilizzo di queste aziende nell’ambito dei lavori di manutenzione e ristrutturazione del patrimonio immobiliare sequestrato o confiscato in tutto il territorio nazionale” che può rappresentare un “rilevante strumento di azione positiva per
un’efficacia bonifica di questo tessuto economico, presente prevalentemente nei territori a forte caratterizzazione mafiosa.” A questo scopo il sindacato ha dedicato una pagina dedicata sul sito [ http://www.filleacgil.it. (LF)
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