“In discussione non è il referendum, ma una politica poco razionale che ha portato a una situazione in cui a vincere è lo spreco e a perdere è la difesa dell’acqua”. Lo afferma a Repubblica il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che respinge l’accusa di un attacco al risultato referendario.
Il ministro sottolinea il tema dell’efficienza. “I nostri consumi – afferma – figurano nella parte alta delle classificche europee non perché usiamo più acqua, ma perché la buttiamo via. Gli acquedotti hanno perdite medie tra il 30 e il 40 per cento con punte che arrivano al 75 per cento. Tollerare questa situazione vuol dire dilapidare la risorsa, accettare uno spreco micidiale che nasce anche da un segnale sbagliato al mercato”. “Ci vogliono – spiega – investimenti per aumentare l’efficienza recuperando il tempo perduto così come, aggiunge, non possiamo restare inerti mentre si avvicina la scadenza della direttiva europea che impone alti standard di qualità ai fiumi per restituirli al loro stato naturale”. “Bisogna immaginare un sistema, e una tariffa – prosegue il ministro – in grado di gestire bene tutto il sistema idrico, comprese le fogne e la depurazione su cui c’è ancora molto da fare per colmare i buchi nella rete”. Su come trovare i fondi per gli investimenti idrici, Clini spiega: “L’acqua va inserita in un pacchetto gestito da un’autorithy capace di razionalizzare la gestione del bene e di calibrare le tariffe in modo equilibrato. solo così potremo difendere il ciclo idrico che sarà sempre più sottoposto a pressioni violente anche a causa dei cambiamenti climatici”. (LF)
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