Si è svolta oggi al ministero dei Beni Culturali la riunione con le organizzazioni del settore Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, per discutere della disciplina di qualificazione dei restauratori e della modifica dell’art. 182 del Codice dei Beni Culturali.
Il ministero ha confermato ai sindacati l’intenzione di trovare una mediazione tra i disegni di legge rispetto alla qualificazione degli operatori del comparto, accogliendo l’invito lanciato lo scorso settembre proprio da Feneal, Filca e Fillea, “quando inviammo a tutti gli interlocutori istituzionali e alle organizzazioni imprenditoriali la nostra proposta di lavoro per l’unificazione dei disegni di legge”.
Quel documento – spiegano i sindacati – proponeva di individuare come requisiti utili alla qualifica “quelli realmente espressi dagli operatori del comparto e maturati fino a oggi; il riconoscimento dell’attività formativa e dell’esperienza lavorativa mediante un sistema unico di punteggio anche con riferimento a titoli formativi che rappresentano un unicum sul piano nazionale, tra cui le accademie con insegnamento quinquennale e alcune facoltà universitarie di restauro con corsi specialistici; la definizione di linee guida ai fini della valutazione dell’attività lavorativa svolta attraverso l’istituzione di una commissione ad hoc con la presenza delle parti sociali”.
Il ministero ha dato rassicurazioni sull’iter della discussione parlamentare “che sta andando avanti”, per fare in modo di non disperdere le professionalità esistenti e garantendo a tutti gli interessati all’acquisizione della qualifica di restauratore e collaboratore di beni culturali di poter dimostrare il possesso dei requisiti. “Un passo avanti – commentano i sindacati di categoria – per dare soluzione al problema aperto per gli oltre ventimila lavoratori e lavoratrici del settore, e un tavolo aperto per proseguire il confronto sull’evoluzione dell’iter legislativo e, più in generale, sull’analisi di settore e la costruzione di una politica dei beni culturali”.