Aprire le strutture residenziali ai controlli per verificare le condizioni in cui vengono assistiti gli ospiti, per accertare la qualità dei servizi e per smascherare una ad una tutte le “case di riposo lager” dove gli anziani subiscono maltrattamenti e abusi.
E’ questo il fine della campagna nazionale che lo Spi Cgil ha lanciato oggi dal titolo “Aprite quelle porte. No alle case prigione per gli anziani”.
Una campagna per il rispetto e la dignità delle persone anziane con cui il sindacato dei pensionati della Cgil chiede che le strutture siano aperte 24 ore su 24 ma anche per sollecitare tutti gli operatori del settore, i parenti e le istituzioni a segnalare i casi di violenze ai danni di chi vi risiede.
“C’è bisogno di una grande iniziativa sulle condizioni di vita nelle strutture residenziali – ha dichiarato il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone – per rimettere al centro i bisogni della persona e il diritto degli anziani a essere assistiti e curati nel modo migliore”.
“Queste strutture – ha continuato Cantone – non possono essere considerate dei parcheggi per anziani in attesa del fine vita, ma devono essere residenze in cui possano vivere un’esistenza dignitosa e il più possibile serena”. “Chiediamo a tutti – ha concluso la sindacalista – di vigilare su eventuali casi di abusi e maltrattamenti e di segnalarli perché nel nostro paese non vi siano più case di riposo lager”.