Precipitano gli investimenti mentre sale vertiginosamente il numero dei disoccupati, 300 mila dall’inizio della crisi. Sono questi i numeri presentati dal sindacato degli edili nel corso della conferenza stampa di presentazione della manifestazione che si terrà sabato 3 marzo a Roma.
Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, scenderanno in piazza sabato per ribadire le loro proposte per il rilancio dell’edilizia e chiedere al governo l’avvio di un tavolo sulla situazione di grave difficoltà che sta attraversando il settore delle costruzioni. Una manifestazione che vede i sindacati uniti e determinati, sulla scia della forte coesione che ha caratterizzato l’esperienza degli Stati generali delle costruzioni che non ha mai ricevuto dall’esecutivo le risposte adeguate.
I leader dei sindacati degli edili di Cgil, Cisl e Uil, Walter Schiavella, Domenico Pesenti, Antonio Correale, nel corso della conferenza stampa, hanno espresso la loro preoccupazione per la forte crisi che ha colpito negli ultimi anni il settore e che ha visto la perdita di 300 mila posti di lavoro, la riduzione del 50% degli appalti pubblici, di un terzo di quelli privati e che nel 2012 rischia di produrre un’ulteriore caduta dei posti di lavoro, tra i 30mila e i 50 mila circa.
Sono molti i punti, osservano i sindacati, sui quali è necessario intervenire per tutelare l’occupazione del settore e contribuire, attraverso lo sviluppo dell’edilizia, alla crescita del Paese.
A cominciare dagli investimenti, rispetto ai quali i sindacati chiedono interventi concreti al governo. In particolare, spiegano nella piattaforma unitaria, è necessario investire in infrastrutture, avviando soprattutto un piano straordinario per il Mezzogiorno. Occorre poi, continuano, aprire subito i cantieri delle opere che sono state finanziate con i fondi del Cipe, sbloccare i pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, per lavori già eseguiti dalle imprese edili, e il patto di stabilità che non permette agli enti locali di investire in piccole opere.
La crisi, spiegano Feneal, Filca e Fillea, ha colpito fortemente il settore e ha contribuito al moltiplicarsi di situazioni di illegalità e irregolarità del lavoro. E’ il caso dell’esplosione del fenomeno delle partite Iva che i sindacati propongono di contrastare, spiega Schiavella, aumentando i costi contributivi per le aziende. Ancora, l’aumento del lavoro nero e del caporalato che va ostacolato con l’intensificarsi dei controlli. In particolare, rispetto al caporalato i sindacati chiedono sanzioni per le imprese che utilizzano manodopera irregolare, tutele per i lavoratori che denunciano i caporali e la modifica delle norme sull’immigrazione.
Occorre poi, precisa Pesenti, regolarizzare il sistema degli appalti riducendo il meccanismo dell’appalto al massimo ribasso che favorisce l’infiltrazione della criminalità organizzata.
I sindacati chiedono anche interventi immediati sugli ammortizzatori sociali che sono agli sgoccioli nel settore. “Non possiamo aspettare la riforma del 2017” ha detto Schiavella, “le risorse servono subito”. Infatti, ha ricordato Correale, i lavoratori interessati dalla cassa integrazione ammontano a 51 mila nell’edilizia, 15 nel legno, 31mila nel cemento.
Oltre agli investimenti nelle infrastrutture, ha detto Pesenti, un altro modo per rilanciare l’edilizia è quello di “intervenire riqualificando il già costruito e non cementificando ulteriormente”. Un pensiero condiviso anche dagli edili di Cgil e Uil che chiedono al governo di mettere in sicurezza i territori e di poter smaltire materiali dannosi per sostituirli con nuovi ecosostenibili.
Per tutti questi motivi gli edili chiedono all’esecutivo di convocare urgentemente un tavolo per affrontare la situazione del settore e trovare insieme alle parti sociali soluzioni convincenti che permettano di rilanciare non solo il comparto delle costruzioni ma anche tutti i settori (legno, cemento, laterizi) ad esso collegati.
Serve un cambiamento di rotta, ha detto Correale della Feneal Uil, “non chiediamo favori e privilegi, ma solo di essere il volano che serve all’economia italiana per ritrovare la via dello sviluppo”.
Infine le organizzazioni sindacali scenderanno in piazza per chiedere modifiche strutturali alla recente riforma delle pensioni che colpisce i lavoratori edili che svolgono lavori faticosi e gravosi. Forte preoccupazione anche per il dl Semplificazioni che potrebbe ridurre i controlli sulle imprese e in questo modo contribuire alla riduzione delle tutele della sicurezza sul lavoro.
Francesca Romana Nesci