Sciopero generale di 8 ore contro la modifica dell’articolo 18. E’ la proposta che il segretario confederale, Fulvio Fammoni, ha avanzato nella relazione introduttiva al direttivo di Corso Italia. Ieri sera a Palazzo Chigi la Cgil ha respinto la riforma del mercato del lavoro proposta da Monti.
A quanto si apprende, Fammoni propone un pacchetto di 16 ore di sciopero: otto da dedicare ad assemblee nei territori, otto di sciopero generale in un’unica giornata. La data dello sciopero non è stata ancora definita, verrà decisa in base alla discussione parlamentare sulla riforma. Sarà accompagnata da assemblee sui luoghi di lavoro e a manifestazioni territoriali.
La protesta “non sarà la fiammata che si esaurisce in un giorno, che il governo ha messo in conto”. Lo ha detto Fammoni spiegando la proposta di sciopero. “La Cgil è pronta a contrastare la riforma del mercato del lavoro e in particolare dell’articolo 18 – ha aggiunto -. Abbiamo il dovere di portare a casa dei risultati prima che si avvii un biennio di espulsione di massa nelle aziende”.
Non sarà solo uno sciopero. La Confederazione pensa a una serie di iniziative da mettere in campo: una petizione popolare per abolire la riforma, iniziative contro le norme sul precariato. Poi si avvierà una campagna nazionale di informazione sul posto di lavoro. “La mobilitazione sarà dura e articolata – ha concluso – e punterà ad ottenere risultati concreti durante il dibattito parlamentare”.
Ecco una prima scaletta delle iniziative, resa nota dalla Cgil: petizione popolare per raccogliere milioni di firme; iniziative specifiche con i giovani per contrastare le norme sbagliate sul precariato; campagna nazionale a tappeto di informazione in tutti i territori; prime mobilitazioni nei posti di lavoro e nei territori; assemblee in tutti i luoghi di lavoro; avvio del lavoro con la Consulta giuridica per i percorsi legali (ricorsi, ecc);16 ore di sciopero generale: 8 per le assemblee e iniziative specifiche e 8 ore in un’unica giornata con manifestazioni territoriali e assemblee nei posti di lavoro. La data sarà definita sulla base del calendario della discussione in Parlamento.