I sindacati sono scesi in piazza oggi a Roma per chiedere al governo risposte sugli esodati. La manifestazione unitaria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl arriva il giorno dopo che l’esecutivo ha stabilito, attraverso il lavoro di un tavolo tecnico, che il numero dei lavoratori coinvolti è pari a 65mila. Cifra che non convince i sindacati, secondo cui il numero è molto più alto: decine di migliaia di persone in più. I conti non tornano proprio e la scelta del governo “ci sembra la scelta di chi non vuole ammettere che ha sbagliato”, ha commentato Camusso. “In realtà, – prosegue la sindacalista – l’esecutivo oggi sta dicendo che ci sono molte migliaia di persone che sono dei fantasmi e per i quali non si trova nessuna soluzione”.
Anche la Cisl è “dispiaciuta” per il comportamento del governo sulla questione degli esodati perché “non è né responsabile né rispettoso” di queste persone, ha commentato il segretario generale Raffaele Bonanni a margine della manifestazione a Roma. Il leader Cisl ha ricordato che nei giorni scorsi l’Inps ha dato un numero di 130.000 persone: “Non lo abbiamo detto noi lo ha detto l’Inps”. Per questo, secondo la Cisl, l’esecutivo “non deve far finta di niente”, mettendo “la testa sotto la sabbia come uno struzzo”, ma deve “trovare una soluzione, perché così non va”.
La Uil ritiene che il numero degli esodati sia molto superiore ai 65.000 salvaguardati citati ieri dal governo. “Non bisogna fare il gioco dei numeretti – ha detto il segretario generale Luigi Angeletti parlando a margine della manifestazione – sono buoni per giocare al lotto. La reazione più spontanea al numero che ci ha dato il governo è che ci vogliono prendere in giro. Noi chiediamo che il governo mantenga i patti. Chi entro il 2011 ha fatto accordi per andare in pensione con le vecchie regole ci deve poter andare”.
Anche per il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, “i lavoratori che rischiano con la riforma delle pensioni di restare senza lavoro e senza pensione sono molti di più dei 130 mila annunciati giorni fa dall’Inps e dei 65 mila che saranno salvaguardati secondo quanto annunciato dal ministero del Lavoro”.
In merito alle risorse i sindacati ritengono che quelle stanziate finora non siano sufficienti.
Il governo “ci deve mettere i soldi – ha detto Bonanni – perché i risparmi della riforma delle pensioni sono tanti, 140 miliardi in 10 anni”. Per Camusso “le risorse si possono trovare cominciando da chi ha di più e paga di meno, introducendo una patrimoniale vera. Non è, infatti, concepibile che le pensioni ‘super’, quelle cosiddette d’oro, che secondo alcuni calcoli rappresentano il 20% della spesa totale, paghino un contributo proporzionalmente inferiore di coloro ai quali è stata sottratta la rivalutazione”. Per il leader della Uil “non c’è molto da discutere o da trattare: bisogna sanare questo vulnus”. “Con la recente riforma delle pensioni si è determinato il passaggio di circa 20 miliardi di euro dalle tasche di milioni di pensionandi e pensionati alle casse dello Stato: in ciò si è risolto, di fatto, il prolungamento dell’età lavorativa stabilito dall’esecutivo tecnico. Da tale decisione non scaturito alcun beneficio sul fronte sociale. Anzi, una delle conseguenze indotte ha riguardato proprio quelle decine di migliaia di lavoratori che hanno sottoscritto accordi con le aziende per uscire dal processo produttivo e avviarsi verso la pensione. A causa delle nuove norme, molti di loro si trovano senza più salario e senza ancora un assegno pensionistico”. “Noi pensiamo – ha continuato Angeletti – che sia necessaria, subito, una riforma fiscale che riduca il peso della tassazione sul lavoro e sulle pensioni. A partire da questo punto, la Uil chiederà a Cgil e Cisl di avviare, già dai primi giorni del mese di maggio, una fase di mobilitazione per rimettere al centro dell’agenda politica ed economica del paese il valore del lavoro in una prospettiva di crescita”.
I sindacati poi tornano a chiedere al governo un tavolo di confronto sulla questione degli esodati.
“Il governo ha fatto una riforma senza un minuto di confronto con il sindacato, – ha commentato Bonanni – E i risultati si vedono. Lo diciamo con forza: occorre avviare quanto prima una trattativa con il governo per individuare le soluzioni più adeguate. Il ministro Fornero ci aveva promesso un tavolo di confronto sul tema degli ‘esodati’. Ma questo tavolo non è mai partito”.
La mobilitazione del sindacato continuerà, dicono Cgil, Cisl e Uil, fino a quando non arriverà una soluzione soddisfacente e definitiva, una risposta previdenziale a chi, rispettando i criteri in essere, ha concluso la sua esperienza lavorativa e i contributi li ha versati per una vita. E’ necessario, continuano, dare copertura a tutti gli accordi, individuali e collettivi, che prevedono l’effettiva risoluzione del rapporto di lavoro anche oltre il 31 dicembre 2011. (FRN)