I sindacati del settore agroalimentare hanno proclamato per venerdì 27 aprile 8 ore di sciopero generale dei lavoratori agricoli, insieme ai forestali, ai dipendenti dei Consorzi di bonifica e delle Apa. Uno sciopero per tutti i precari deciso, spiegano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil nel corso di una conferenza stampa unitaria, per rispondere ad alcuni attacchi che il settore agricolo sta subendo da tempo e per protestare contro il ddl di riforma del mercato del lavoro che i sindacati si augurano il governo modifichi sotto la pressione dei partiti. “Manifesteremo per gli ultimi della fila, per tutti coloro che non sanno dove e quanti giorni lavoreranno domani e che spesso si contesta al sindacato di non prendere in considerazione”, dice il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza.
Lo sciopero si svolgerà a livello territoriale con sei manifestazioni regionali in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Veneto e Lombardia. Oggi è stata la volta della Basilicata, dove circa 2.500 forestali lucani hanno manifestato per rivendicare il rispetto dell’accordo del 2009 sulle 151 giornate e sullo sblocco del turn-over, mentre Lazio ed Emilia Romagna interverranno in un secondo momento nel corso dell’iter che porterà all’approvazione del ddl di riforma. Questo perché, spiega il segretario generale della Flai, Stefania Crogi, “bisogna tenere continuamente alta l’attenzione e non sparare subito un solo colpo”.
La critica delle organizzazioni sindacali del settore agroalimentare al ddl è molto dura.
La riforma “avrebbe dovuto ridurre la precarietà e includere gli esclusi”, sottolinea Mantegazza, e invece “il contesto reale del ddl è diverso”. In particolare, spiega il sindacalista, l’articolo 11 estende, solo per il settore agricolo, l’uso di voucher a tutte le tipologie d’impresa e di lavoro, tagliando i vincoli che oggi ne limitano l’utilizzo ai piccoli coltivatori per avere prestazioni occasionali e accessorie da casalinghe, pensionati, studenti e cassintegrati. “Se l’obiettivo era quello di ridurre la cattiva flessibilità in entrata”, continua Mantegazza, in questo modo non si farà altro che ottenere una “flessibilità peggiore”, che è quella garantita dai voucher “che cancellano anni di lotte sindacali e destrutturano definitivamente il lavoro agricolo dipendente”. “Con il voucher, infatti, – sottolinea Crogi – nessuno avrà più un rapporto di lavoro e verrà eliminata ogni tutela in un settore dove ancora sono forti le discriminazioni di genere e quelle verso gli extracomunitari”.
Altro punto previsto dal ddl di riforma del mercato del lavoro presentato dal governo e fortemente contestato dai sindacati degli agricoli è la mini Aspi. L’assicurazione sociale per l’impiego con requisiti ridotti, infatti, dice Mantegazza, riduce l’assegno per i disoccupati e cambia il calcolo dei contributi figurativi, non più conteggiati in base all’ultima retribuzione ma calcolati sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi 2 anni. Una scelta che, secondo Crogi, non rende giustizia all’obiettivo di equità che si era prefissato il governo tecnico nei primi giorni del suo insediamento. Infatti, a suo giudizio, sia l’uso della mini Aspi sia l’estensione del voucher avranno “effetti più deflagranti di quelli che si avrebbero non modificando l’articolo 18”. Di sacrifici i lavoratori ne hanno fatti tanti, ricorda la sindacalista, consapevoli del difficile contesto economico. Tra questi il più grande è stato quello della riforma delle pensioni che però ha creato il grande problema degli esodati. Ora con la riforma del mercato del lavoro si sta toccando la non equità e invece, aggiunge la leader della Flai, sarebbe necessario intervenire con nuove politiche industriali in grado di generare sviluppo.
Il segretario generale della Fai Cisl, Augusto Cianfoni, ha ricordato i problemi degli altri settori che hanno aderito allo sciopero generale oltre agli agricoli, a partire dai forestali “trattati come manodopera precaria da assistere anziché come professionisti di un grande piano d’investimenti a difesa dell’ambiente, di gestione e utilizzo razionale delle risorse idriche, di contrasto agli incendi”. Altra situazione drammatica, continua il sindacalista, è quella dei dipendenti dei consorzi di bonifica, ai quali si vuole imporre il congelamento del contratto nazionale e del salario per un anno, e degli allevatori sui quali pesano, oltre alle responsabilità gestionali e a quelle fallimentari, l’incertezza circa il finanziamento pubblico per il 2012.
Allo sciopero proclamato dagli agricoli seguirà quello dell’industria alimentare e Fai, Flai e Uila hanno intenzione di coinvolgere anche le altre categorie fortemente colpite da questa riforma del lavoro, quali gli edili e i lavoratori del commercio, per cercare di costruire iniziative comuni e contrastare una riforma che, conclude Mantegazza, “o è una cattiva riforma o è un imbroglio”, dal momento che prevede un aumento dei costi per le imprese (pari a un miliardo di euro l’anno), un contributo consistente dello Stato (che come dice il ministro Fornero sborserà una “paccata” di soldi, pari a 3 miliardi di euro), il tutto per ridurre le tutele dei lavoratori”.
Francesca Romana Nesci